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Stefano Cucchi, colpo di scena al processo: due carabinieri imputati si dichiarano parte civile

Davide Di Santo
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Colpo di scena nell'inchiesta bis sulla morte di Stefano Cucchi. Due carabinieri imputati nel processo sui presunti depistaggi che sarebbero seguiti al decesso del giovane, arrestato il 15 ottobre del 2009 per droga e morto sette giorni dopo all'ospedale Sandro Pertini di Roma, hanno chiesto di costituirsi parte civile. Si tratta dei carabinieri Massimiliano Colombo Labriola e Francesco Di Sano che hanno chiesto al giudice Giulia Cavallone di costituirsi parti civili nel procedimento nei confronti di Luciano Soligo e Francesco Cavallo. Per approfondire leggi anche: Ilaria Cucchi contro "Un giorno in pretura", bufera sul programma Rai Secondo i legali i due carabinieri hanno eseguito un ordine arrivato dai superiori. "L'ordine fu dato da chi insistendo sulla modifica sapeva qualcosa di più. Loro hanno subito un danno di immagine, da questo punto di vista sono nella stessa condizione degli agenti penitenziari", hanno spiegato i difensori. Per i depistaggi seguiti all'omicidio, come stabilito dalla sentenza d'Appello, di Cucchi sono imputati il generale Alessandro Casarsa, all'epoca dei fatti comandante del Gruppo Roma, e altri sette carabinieri, tra cui Lorenzo Sabatino, allora comandante del reparto operativo dei carabinieri di Roma. Falso, favoreggiamento, omessa denuncia e calunnia tra le accuse a vario titolo. 

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