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Luca Sacchi, anche il personal trainer criptava le chat

Emergono nuovi atti e nuovi particolari sulla morte di Luca Sacchi e sul giro di droga

Andrea Ossino
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Nel giorno della verità, quello in cui Anastasiya Kylemnyk ha la possibilità di raccontare al giudice la sua versione sull'affare di droga degenerato nell'omicidio del suo ragazzo, emergono nuovi atti e nuovi particolari sulla morte di Luca Sacchi e sul giro di stupefacenti che adesso ha condotto la baby sitter di origini ucraine davanti al gip Costantino De Robbio con l'accusa di detenzione di droga ai fini di spaccio, un reato rimediato per aver custodito nel suo zaino 70 mila euro necessarie ad acquistare 15 chili di «erba». Per approfondire leggi anche: IL GIORNO DI ANASTASIYA Un mondo, quello che ha travolto le vite di Anastasiya e Luca, dove emergono circostanze che destano i sospetti del pm Nadia Plastina. Dal bancomat sparito di Luca Sacchi fino alle conversazioni criptate. Tutti gli acquirenti di quella partita di droga, e anche gli amici e la stessa vittima, utilizzavano Signal, un'applicazione di messaggistica istantanea che rende impossibile agli inquirenti risalire alle conversazioni. Lo racconta un amico di Luca, Domenico Costanzo Marino Munoz, che la sera del 23 ottobre scorso era sul luogo del delitto. «Alle ore 22.30 ho ricevuto sul mio cellulare, tramite applicazione Signal, un messaggio da parte di Luca, il quale mi comunicava che era in compagnia della sua fidanzata Anastasiya e che mi invitava a raggiungerlo per bere una birra al pub di via Bartoloni», racconta ai carabinieri. Le nuove carte depositate contengono anche un nuovo mistero. Il bancomat di Luca Sacchi è sparito. Lo ha denunciato il padre Alfonso dicendo che due giorni prima del delitto, quando l'atleta è tornato a casa insieme a Princi dopo aver accusato un malore durante gli allenamenti, il ragazzo ha riferito di aver lasciato il bancomat e gli effetti personali in palestra. Dopo la morte i carabinieri hanno... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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