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Funerali privati per Diabolik. La sorella: ricorso al Tar

La decisione del Questore per "motivi di ordine pubblico"

Davide Di Santo
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 I funerali "in forma strettamente privata" di Fabrizio Piscitelli, lo storico leader degli Irriducibili Lazio noto come Diabolik ucciso mercoledì scorso al parco degli Acquedotti con un colpo d'arma da fuoco, si celebreranno alle 6 del mattino di martedì 13 settembre nella cappella del cimitero Flaminio, in via Flaminia, "con tutte le cautele atte ad assicurare la tutela dell'ordine pubblico e della sicurezza dei cittadini". E' quanto disposto dal questore di Roma Carmine Esposito. Una scelta dettata da "ragioni di ordine e sicurezza pubblica".  Una decisione contestata da Angela Piscitelli, sorella di Fabrizio, che ha annunciato un ricorso al Tar contro il divieto della questura di Roma di celebrare i funerali in forma pubblica. "Sto scrivendo al Questore, al Prefetto, al Ministro dell'Interno - annuncia la donna - che mio fratello non si muove da lì ed avrà il funerale di cui è degno e che vogliono i suoi cari. Provvederò a fare ricorso al Tar e nell'attesa mio fratello ci guarderà in tutte le azioni di tutela per lui". "Il rito funebre celebrato in forma pubblica, con grande risalto mediatico, potrebbe determinare gravi pregiudizi per l'ordine e la sicurezza pubblica", sono le motivazioni contenute in una direttiva del Questore di Roma Carmine Esposito. La misura è stata disposta dalla Questura di Roma "considerato che era un esponente di rilievo della tifoseria della S.S. Lazio, nonché fondatore del noto gruppo ultras denominato Irriducibili e che nella serata di ieri (8 agosto, ndr) veniva spontaneamente organizzata, senza alcun preavviso, una fiaccolata da esponenti del predetto gruppo ultras che ha visto una nutrita partecipazione di gruppi di tifosi di diversa estrazione". A pesare sulla decisione anche il "clamore e il risalto mediatico che la notizia dell'omicidio ha suscitato e assunto sulle pagine delle testate nazionali con particolare riferimento alla partecipazione emotiva dell'intero contesto nazionale delle tifoserie, tenuto conto degli ambiti e dei comportamenti che nel corso degli anni lo hanno visto coinvolto in articolate vicende giudiziarie per le quali ha anche subito una condanna penale". Mentre i primi esiti dell'autopsia effettuata ieri confermano che Piscitelli è morto sul colpo, continuano le indagini sull'agguato mortale di via Lemonia. Sono tre i cellulari utilizzati da Diabolik su cui gli inquirenti sono al lavoro. I poliziotti della Squadra Mobile, coordinati dalla Dda della Capitale, stanno effettuando una serie di analisi per ricostruire i contatti telefonici avuti nelle ore precedenti all'omicidio e, in particolare, capire chi abbia dato l'appuntamento a Piscitelli poi rivelatosi una trappola. La vittima - si ricorda - era oggetto di una indagine della Dda per traffico di droga. Dunque i suoi telefoni, come quelli di altre persone, sono stati intercettati per mesi e la svolta potrebbe arrivare proprio dall'analisi delle sue ultime telefonate.  Intanto proseguono le audizioni di testimoni con gli inquirenti che stanno ricostruendo la rete di amicizie dell'ex capo ultrà della Lazio. Tra le persone ascoltate anche la moglie e la sorella di Piscitelli. A detta dei testimoni Diabolik non avrebbe ricevuto minacce di morte, spiegano gli inquirenti. Questo sarebbe avvalorato dal fatto che non ultimi giorni la vittima non ha mutato le sue abitudini. 

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