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È morto il sindaco di Rocca di Papa

Emanuele Crestini era rimasto gravemente ustionato nello scoppio in municipio il 10 giugno scorso

Davide Di Santo
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È morto il sindaco di Rocca di Papa. Non ce l'ha fatta Emanuele Crestini, il primo cittadino del comune dei Castelli romani rimasto ferito lo scorso 10 giugno nell'esplosione avvenuta in Comune. Crestini, che avrebbe compiuto 47 anni il 24 giugno, lascia una figlia. Era ricoverato, in gravissime condizioni, presso il Centro Grandi Ustioni dell'ospedale Sant'Eugenio per le ferite causate dallo scoppio: aveva riportato ustioni sul 35% del corpo, in particolare al volto e alle mani. In serata l'ultimo bollettino della Asl Roma 2 lasciava poche speranze sulle condizioni del primo cittadino: "Si sono aggravate a causa di una sopraggiunta crisi respiratoria e dal quadro derivante dalle infezioni delle lesioni riportate dovute alla lunga permanenza nel luogo dell'incendio". Il sindaco è la seconda vittima dell'esplosione avvenuta nel palazzo del comune a causa di una fuga di gas: domenica scorsa era morto il delegato del primo cittadino, Vincenzo Eleuteri, 68 anni. "Povero sindaco Crestini, è stato eroico: ha avvisato gli altri mettendoli in salvo ma inalando tanto fumo che gli ha bruciato i polmoni" il messaggio di cordoglio dell'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato. Per l'esplosione dopo la fuga di gas in Corso Costituente restano intanto indagati tre uomini. Disastro colposo e lesioni (gravi o gravissime) colpose i reati ipotizzati dalla procura di Velletri nei confronti dei tre, che sono stati sentiti dagli investigatori poche ore dopo il grave incidente e ai quali sono stati sequestrati i telefoni cellulari. Si tratta del geologo a cui il Comune aveva commissionato uno studio per la ricerca di presunte cavità naturali presenti sotto all'edificio che ospita tutti gli uffici dell'amministrazione cittadina. La ricerca aveva come obiettivo quello di valutare la sicurezza e la stabilità del palazzo che l'esplosione ha reso inagibile. Indagato anche il titolare della ditta privata incaricata di effettuare le perforazioni e il fratello di quest'ultimo, che era sul posto per eseguire i lavori quando è stata recisa la conduttura che ha causato la fuga di gas.    

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