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Sesso tra gli alberi. A Villa Pamphili si prostituiva anche un seminarista

Le tariffe variavano dai 20 ai 30 euro

Mary Tagliazucchi
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Il degrado più volte denunciato dai residenti del quartiere all'interno a Villa Pamphili nascondeva ben altro oltre l'incuria e il perenne stato di abbandono: un giro di prostituzione maschile che si svolgeva quotidianamente tra gli alberi del parco. Dopo alcuni giorni di appostamenti infatti gli agenti della Polizia Locale alcuni muniti di binocolo, altri sotto i panni di bikers, praticanti jogging, o semplici habituè con il cane al guinzaglio, hanno accertato la veridicità degli episodi segnalati più e più volte nel corso del tempo. Si è scoperto così un vero e proprio via vai di avventori alla ricerca di "sesso take away" tra gli alberi del parco romano. Le prestazioni venivano "offerte" tra gli alberi da sei uomini, tra i quali un seminarista, che grazie alle tariffe popolari applicate (il costo di ogni prestazione oscillava tra i 20 e i 30 euro), si garantiva un compendio allo stile di vita religioso. Le persone, compresi i clienti, sorprese in flagranza, sono state tutte deferite all'autorità giudiziaria. Sui fatti è intervenuto il commento della UGL Polizia Locale che in un comunicato del coordinatore Romano Marco Milani rende noto: "Complimenti alla Polizia Locale di Roma Capitale per aver stroncato il vergognoso fenomeno di prostituzione nei parchi. Gli agenti tornino dove i cittadini li vogliono: nei parchi, alle fermate dei mezzi pubblici, davanti alle scuole. Possibilmente in numero adeguato e con le giuste riforme che ne garantiscano l'adeguatezza alle mutate esigenze di Sicurezza Urbana”. Un'operazione messa in atto dopo le numerose segnalazioni che dipingevano un tratto di villa Pamphili, come un enorme alcova a cielo aperto, dove l'andirivieni di clienti anche in orari diurni, rendeva inequivocabile l'esistenza di un affermato giro di prostituzione maschile. La sindaca Raggi unitamente al presidente dei parchi di Roma Capitale Marco Doria, hanno così incaricato il Comandante Generale dei caschi bianchi Antonio Di Maggio, di far luce sugli episodi segnalati.

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