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Busta con 36 mila euro nel confessionale, giallo nella chiesa di Santa Maria delle Fornaci

(foto Francesco Benvenuti)

Nel pacco sospetto solo soldi: ricettazione o benefattore?

Maria Grazia Coletti
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È giallo sulla vicenda dei 36mila euro trovati all'interno di un confessionale, sotto il sedile, ieri sera nella chiesa di Santa Maria delle Fornaci, a due passi dal Vaticano. I soldi - come spiegato dal parroco Giovanni Martire Savino e dal capitano dei Carabinieri della Stazione San Pietro, Salvatore Fiano durante una conferenza stampa all'interno del luogo del rinvenimento - sono stati ritrovati in pezzi da cinquanta euro e divisi in 18 pacchi da duemila euro ciascuno. Chi è stato abbandonarli all'interno del confessionale? E perché? Sono queste alcune delle domande alle quali gli investigatori dovranno trovare una risposta. «Il pacco - ha spiegato Don Giovanni - è stato visto da un sacerdote che stava confessando lì, però non lo ha preso subito, ma prima ha avvisato la sacrestana, signora Lucia». Il pacco è stato poi portato in sagrestia. Secondo il parroco i soldi potrebbero essere stati lasciati martedì. «Ma - spiega - non abbiamo nessuna certezza, perché spesso noi entriamo nei confessionali e ci mettiamo a sedere senza controllare se sotto il sedile c'è o no qualcosa». La speranza del prete è che il pacco possa essere un lascito di un anonimo e timido benefattore: «Sarebbe un gesto nobilissimo davanti a Dio, una carità fatta senza rumore, senza scampanellii». I Carabinieri non escludono che possa trattarsi anche di qualcosa del genere. «Intanto - spiega il comandante Fiano - stiamo verificando la provenienza del denaro attraverso le matrici. Ci sono alcuni particolari che ci fa sorgere più di qualche dubbio sulla provenienza del denaro. Per questo abbiamo aperto un'indagine contro ignoti per ricettazione». Uno degli elementi che ha insospettito gli investigatori è che non si tratta di «denaro fresco». «Stiamo raccogliendo materiale investigativo qui intorno - ha proseguito Fiano - per scoprire chi è il benefattore che voleva fare una donazione oppure colui che voleva disfarsi del denaro». «Per adesso - spiega il comandante - non possiamo scartare alcuna ipotesi. Il risultato delle indagini, poi, determinerà anche il destino dei 36mila euro. "Sicuramente - conclude Fiano - li verseremo sul fondo unico giustizia e poi sarà il giudice a deciderà in base ai risultati delle indagini: se la provenienza è delittuosa verranno acquisiti dallo Stato, sennò potrebbero essere donati".

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