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I detenuti di Rebibbia creano una birra fatta con il pane

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Si chiama RecuperAle. Il progetto in cerca di fondi

Luigi Frasca
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Una birra artigianale preparata dai detenuti di Rebibbia con il pane che altrimenti finirebbe nella pattumiera. Si chiama RecuperAle l'ambizioso progetto che Vale La Pena Onlus e EquoEvento hanno lanciato alla fine del 2017. E che continua nel 2018 con una campagna di crowfunding su Eppela, in questo inizio anno italiano segnato dal “caso” dei sacchetti biodegradabili per la frutta.  RecuperAle Bread è una pale ale chiara, dove la materia prima recuperata (il pane, appunto) va a sostituire in parte il malto conferendo profumi e sapori di crosta di pane a una bevanda dalla gradazione alcolica di 6.5 ABV. "Un terzo del pane prodotto ogni giorno viene sprecato. Il 70% dei detenuti che sconta la pena solo in carcere torna a delinquere. E se non fosse sempre così?", recita lo spot della birra RecuperAle Bread che – si evince dal nome -  si pone così il doppio obiettivo di recuperare cibo (il pane viene raccolto dai volontari di EquoEvento al Rome Cavalieri) e le persone (i detenuti che hanno la possibilità di accedere alle misure di detenzione alternativa lavorano quotidianamente al birrificio allestito all'Istituto Agrario “Emilio Sereni”).  La birra, quindi, mette insieme due criticità: quello dello spreco alimentare (il 30% del pane non venduto finisce nella spazzatura ogni giorno) e quella della recidiva, ovvero la reiterazione del reato per chi è già stato in carcere. E per questo ultimo fenomeno i dati parlano chiaro: in Italia, quasi il 70% dei detenuti che non gode di misure alternative  torna in galera, un dato che scende al 2% per coloro che, invece, hanno la possibilità di accedere a un percorso di formazione e inserimento lavorativo. Come succede alle persone coinvolte nella produzione della Bread e di altre 17 tipologie di birre. Dietro al progetto c'è il lavoro di EquoEvento, che recupera e dona le eccedenze alimentari di qualità ad enti caritatevoli, case famiglia, poveri e bisognosi, e di Vale la Pena, progetto di inclusione sociale ideato e gestito da Semi di Libertà Onlus, un birrificio artigianale dove persone in esecuzione penale esterna, provenienti dal carcere romano di Rebibbia, vengono inserite nella filiera della birra artigianale. Per la prima cotta di RecuperAle (1800 litri) sono necessari 5800 euro. Fondi che le due associazioni stanno raccogliendo online con una campagna sui social network. E i progetti per il 2018 non finiscono qui: se la versione Bread dovesse avere successo, è già pronta la birra aromatizzata alla frutta.

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