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Immacolata senza mercatino della Befana a piazza Navona

Damiana Verucci
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Nessuna bancarella questa mattina per la festa dell'Immacolata. Il mercatino della Befana di piazza Navona non parte neanche oggi. Ieri, dopo più di una settimana di tira e molla e l'ennesima riunione fiume tra operatori e Campidoglio è spuntata l'ipotesi di un nuovo preventivo della spesa sulla sicurezza che resterà in capo agli esercenti, ma che ancora non è stata definitivamente quantificata. Nel frattempo lunedì mattina chi si è aggiudicato il bando andrà a ritirare il titolo, fermo restando che dovrà adempiere in un secondo momento al pagamento delle spese. La trama si infittisce. Ieri all'ora di pranzo, infatti, dal Dipartimento commercio era partita una missiva all'indirizzo degli esercenti che li invitava a ritirare il titolo in giornata dalle 16 alle 18 e 30 previa visione delle spese da sborsare, tra canone di occupazione di suolo pubblico, assicurazione per un massimale di un milione e mezzo di euro “per eventuali danni a persone, animali o cose...”, per un totale di oltre 8 mila euro ciascuno di cui 6.200 euro, Iva esclusa, solo per l'attuazione del famigerato piano che in totale sarebbe dovuto costare 343 mila euro. Sarebbe, appunto, perché di fronte ad un costo considerato inaccettabile dalle associazioni sindacali è ripartito il confronto sulle spese ed è di nuovo prevalsa la linea al risparmio avanzata dai titolari della licenza. “Continuiamo a cercare il modo di far pagare meno ciascun operatore, fermo restando che il piano è quello che il Comune ci ha presentato, già approvato dalla prefettura e da quello non è possibile discostarci”, spiega Valerio Mangione, rappresentante dell'Anva-Confesercenti. Da più di una settimana gli aggiudicatari del bando tentano di far scendere la spesa per la sicurezza per far partire il mercatino di Natale più storico di Roma (l'inizio era previsto per il 2 dicembre), presentando loro stessi un' ipotesi di costi sostenibili pari a 170 mila euro, ben lontani da quel primo preventivo di 450 mila formulato invece da Zetema, la società incaricata di redigere il piano dal Comune. In effetti, sembra che 170 mila euro siano sufficienti soltanto per coprire il costo dei vigili del fuoco e delle tre ambulanze che dovranno restare sulla piazza per tutto il tempo di svolgimento dell'evento. A questi vanno aggiunti gli steward, almeno una quarantina, che dovranno assicurare il servizio di vigilanza privata per un evento che nel periodo di allerta attentati è classificato con un rischio medio-elevato, vista l'alta affluenza di persone che potrebbe richiamare ogni giorno. Si riparte daccapo. Quanto spenderanno gli operatori per assicurare la sicurezza sulla piazza? Per ora l'unica quasi certezza è che piazza Navona riavrà la sua festa, ma una data ancora non c'è.

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