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La visita dal medico si fa a cronometro

Arriva il decreto che fissa un tempo massimo per ogni prestazione: si parte da 5 minuti e si arriva fino a 70 per risonanza magnetica o colonscopia

Antonio Sbraga
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Dal manometro al cronometro. I camici bianchi con una mano misureranno la pressione dei pazienti e con l'altra dovranno tenere il tempo di visite ed esami, come faceva Alberto Sordi né “Il medico della mutua” con tanto di cronografo. Ma se il dottor Guido Tersilli era arrivato sotto i 5 minuti, i suoi colleghi reali potranno spaziare con una gamma più vasta nel nuovo tempo massimo fissato dal decreto regionale per visite specialistiche ed esami diagnostici, già trasmesso "alle Direzioni delle Aziende sanitarie del Lazio col Tempario regionale di riferimento delle prestazioni specialistiche ambulatoriali individuate come critiche". C'è, infatti, una prestazione prevista da 5 minuti, ma anche una da 15, molte (30) sono da 20 minuti, altre 14 da 30, e poi 5 da 35, 1 da 40, 4 da 45, 5 da 50 e una da 70 minuti per l'esecuzione di 63 esami specialistici, tra cui risonanze magnetiche, ecografie, tac, ecocolordoppler, colonscopie, elettrocardiogramma, visite neurologiche, ginecologiche, urologiche. Il commissario ad acta, Nicola Zingaretti, motiva la decisione d'introdurre i tempi massimi dopo aver svolto una “ricognizione effettuata dai competenti uffici regionali relativamente ai tempari delle prestazioni specialistiche ambulatoriali adottati da alcune Regioni italiane, da alcune aziende sanitarie regionali del Lazio e dal Sindacato Unico Medicina Ambulatoriale Italiana e Professionalità dell'Area Sanitaria (SUMAI), sulla base della quale gli uffici hanno elaborato un tempario di riferimento”. Ma il segretario generale del Sumai Lazio, Antonio Magi, non solo si chiama fuori, ma si schiera apertamente contro il decreto: “abbiamo... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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