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Vogliono cancellare via dei Fori Imperiali

Via dei Fori Imperiali

Susanna Novelli
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Eliminare via dei Fori Imperiali? Si può. Parola del vicesindaco di Roma Capitale Daniele Frongia. Del resto non è una novità né per le amministrazioni che si sono succedute nei decenni né per il programma del Movimento 5 Stelle. «Eliminare la strada di via dei Fori Imperiali e realizzare un parco archeologico? Ancora è prematuro parlarne. Siamo ancora affrontando l'argomento. È in discussione - ha detto il vicesindaco grillino intervenendo in un convegno - si tratta di un aspetto molto importante che non è legato al singolo assessore. Deve essere una decisione di giunta collegiale, sentiti i consiglieri. Stiamo comunque lavorando per affrontare la questione per valorizzare il sito archeologico più importante del mondo». Del resto lo stesso sindaco Raggi in campagna elettorale, intervistata da Corriere tv sostenne convintamente: «La pedonalizzazione dei Fori fatta da Marino è finta, visto che lì passano autobus, auto blu, mezzi soccorso. Quella è una cantierizzazione: se fosse stata pedonale ci avrebbero messo i sampietrini, mentre invece c'è una bella colata di cemento. Se la metro C deve arrivare fino al Colosseo, l'area di cantiere resta. Poi si vedrà: noi vorremmo chiudere tutti i Fori Imperiali, parlando con commercianti e abitanti». Un cruccio, quello della chiusura totale dei Fori Imperiali e l'eliminazione del grande viale voluto da Mussolini, presente nel Movimento grillino di Roma già dal 2013, all'esordio elettorale nella Capitale con l'allora candidato sindaco Marcello De Vito e ribadito in un lungo intervento a firma del Movimento 5 Stelle Roma sul blog di Beppe Grillo nel luglio 2013, vale a dire proprio quando l'allora sindaco Ignazio Marino decideva per la pedonalizzazione dei Fori, o meglio la chiusura al traffico privato. Il titolo è di per sé emblematico: «La pedonalizzazione non è solo uno slogan». E precisa. «Nel nostro programma, più che in quello di Marino, è prevista la progressiva realizzazione di una rete pedonale integrata con le altre reti di mobilità, non limitata al centro storico, ma connessa ed estesa alla corona degli altri municipi, comprensiva della rete dei parchi archeologici, anche di nuova definizione, fra cui il grande parco dei Fori, in cui si prevede il ripristino della saldatura delle aree del Colosseo, tempio di Venere e Roma, basilica di Massenzio e Foro Repubblicano da un lato, con il segmento dei cinque Fori Imperiali e Mercati Traianei presenti nell'altro lato di via dei Fori Imperiali. Quindi il superamento del vecchio assetto mussoliniano tramite un nuovo progetto che consideri ogni esigenza culturale e di servizio, oltre la mera "autostrada di attraversamento" costituita dal viale». E sarà forse anche per questo che alla guida dell'Urbanistica il sindaco Raggi ha scelto il "rosso" Paolo Berdini, tra i più convinti sostenitori della demolizione del viale mussoliniano. Fu proprio lui a scagliarsi contro l'ex giunta Marino e contro la relazione di un'apposita commissione del Mibact, "rea" di aver bollato come «follia» lo smantellamento di via dei Fori Imperiali. «È un fatto gravissimo - commentava nel gennaio del 2015 Berdini - a quel progetto hanno lavorato grandi intellettuali italiani: Antonio Cederna, Italo Insolera; Adriano La Regina e tanti altri. Il progetto Benevolo–Scoppola prevedeva la demolizione della via dei Fori imperiali, il grave misfatto compiuto durante il fascismo - inclazava ancora l'attuale assessore - che portò come noto alla completa demolizione del tessuto urbano compreso tra piazza Venezia e il Colosseo e alla costruzione della strada dei trionfi ad uso retorico delle celebrazioni di regime. Sotto questa strada moderna restano, come noto, da scavare i resti dei Fori che la furia demolitoria non pensò neppure di indagare». Un alleato prezioso insomma in grado forse di portare a compimento, sotto la bandiera grillina, il sogno coltivato da decenni dalla sinistra romana - persino Petroselli accarezzò l'idea - ovvero da quel comunismo intento a cancellare persino la storia, se avversa. Un dejà vu abbastanza banale se associato alla "rivoluzione" promessa dai 5 Stelle ma che sinora si è rivelata un mero rimescolamento di progetti passati, pluribocciati, e che davvero con una Capitale a «casse vuote», come giustamente ricordato sempre ieri dal vicesindaco Frongia, avrebbe bisogno di altro. La "trasformazione" dei Fori Imperiali, emblema forse di un potere incondizionato che si vorrebbe replicare, è stata sul tavolo di tutti i sindaci. Senza tornare ai tempi di Petroselli e Argan, basta ricordare il progetto di Rutelli che sognava il parco archeologico più grande del mondo con il ricongiungimento fino al Circo Massimo; con Veltroni si progettarono fantasiose passerelle sospese in aria; con Marino una pedonalizzazione parziale che ha penalizzato le aree limitrofe senza troppi benefici. Oggi si torna a parlare di uno smantellamento ideologico da parte di un Movimento che aberra ideologie e partiti.

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