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Venditori abusivi in mano alla camorra

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Ivan Cimmarusti Il business riguardava l'acquisito «obbligato» di buste di plastica da parte di negozianti di Napoli. Ma l'inchiesta nasce da un traffico di cd e dvd illecitamente riprodotti e...

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Il business riguardava l'acquisito «obbligato» di buste di plastica da parte di negozianti di Napoli. Ma l'inchiesta nasce da un traffico di cd e dvd illecitamente riprodotti e venduti nella Capitale. Questo c'è dietro l'inchiesta della Dda di Napoli e della Finanza di Fiumicino, che ieri ha disposto l'arresto di affiliati al clan camorristico Mazzarella. Un'organizzazione ben nota, in quanto assieme al clan Contini gestisce a Roma un «sistema riciclaggio del denaro ben incardinato».Mazzarella-Contini, stando agli accertamenti investigativi anche della Dda di Roma, sarebbero penetrati nel tessuto imprenditoriale pulito della Capitale, finendo per inquinare il mercato a discapito di aziende «pulite», quelle che quotidianamente devono fare i conti con la crisi. Ed è proprio a Roma che l'organizzazione poteva contare su una famiglia ben allacciata alla camorra, i Righi. Dagli atti emerge il loro collegamento con i vertici dei clan, come il boss Edoardo Contini e il cognato Patrizio Bosti, l'attuale reggente Salvatore Botta e la moglie Rosa Di Munno. Secondo gli accertamenti avrebbero creato un vero e proprio «impero economico imprenditoriale» basato sul denaro sporco, censito dagli investigatori «per la sola città di Roma» in «ben 23 attività commerciali nel settore della ristorazione». Tutte pizzerie aperte e gestite con soldi della camorra. I Righi sono sodalizio criminale nato a Napoli, dove nel 1983 fu coinvolto nel riciclaggio di una parte del riscatto - un miliardo e 700 milioni di lire - pagato per liberare il gioielliere Luigi Presta. Da qui parte la genesi dei Righi, insediatisi «a Roma negli anni novanta». Così, nascono gli stretti rapporti di natura finanziaria, come spiega il collaboratore di giustizia Pasquale Galasso. È Alfredo Mariotti il vero contatto con la criminalità: «Un faccendiere legato alla mala romana - afferma - con il cartello camorrista Nuova Famiglia e con il boss della Banda della Magliana Enrico Nicoletti». «In poco meno di un quindicennio - si legge negli atti - hanno sviluppato con modalità illecite un'intensa e redditizia attività imprenditoriale anche in altre parti del territorio nazionale e all'estero (Gran Bretagna, Cina, Slovenia e Slovacchia), realizzando una holding societaria in grado di controllare con varie metodiche illecite una catena di esercizi commerciali nel settore della ristorazione».

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