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Risolto dopo 22 anni il delitto Germani

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Il mandante sarebbe l'ex socio: voleva rilevare l'intera società che gestisce il più grande deposito giudiziario di Roma. Arrestato anche uno dei due killer, l'altro fu assassinato nel 2012

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Risolto a distanza di 22 anni un delitto rimasto fino a oggi senza colpevoli. Il titolare del più grande deposito giudiziario di Roma, sulla Casilina, nei pressi del Raccordo anulare, è stato arrestato all'alba di oggi dai carabinieri di Frascati con l'accusa di aver fatto uccidere nel '91 il suo socio in affari, Riccardo Germani. A finire in manette Renzo Valentini, accusato di essere il mandante dell'omicidio avvenuto la sera del 27 gennaio 1991 quando Riccardo Germani era stato atteso da due sicari per strada, alla Borghesiana, e poi freddato da quattro colpi di pistola. I carabinieri, diretti dal colonnello Luciano Magrini, al termine di un'indagine coordinata dalla Dda della Procura di Roma, sono riusciti a far luce sull'omicidio. Germani era proprietario al 51% del deposito giudiziario a Torre Angela, mentre Valentini aveva il restante 49% di quote. Lo scorso aprile gli investigatori di Frascati indagando sull'omicidio di un pregiudicato romano, Paolo Marfurt, avvenuto a Vermicino il 3 ottobre 2012, sono venuti a conoscenza di nuovi elementi sull'omicidio Germani. Si è chiarito, infatti, che lo stesso Marfurt era uno dei due killer di Germani. Grazie alle dichiarazioni di un indagato, i carabinieri hanno appurato che l'altro killer era Maurizio Di Battista, soprannominato «er bengala». Secondo gli investigatori, Marfurt e Di Battista avevano agito su richiesta di Valentini che mirava a impossessarsi dell'intera proprietà del deposito giudiziario per ingrandirlo. Maurizio Di Battista è stato raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere dove è detenuto per altre ragioni. Per Valentini e Di Battista l'accusa è di omicidio in concorso con l'aggravante della premeditazione.

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