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«Non farò il consigliere»

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Cosìieri la candidata presidente alla guida della Regione per Udc e Fli, Giulia Bongiorno ha compiuto il suo primo passo falso. Candidata numero due al Senato, ospite a Radio 24, ha "confessato": «Se la Regione mi volesse come presidente sarebbe una novità così dirompente per la mia vita ma accetterei; ma se dovessi essere eletta solo come consigliere regionale, allora sceglierei di proseguire l'impegno importante ma molto limitato, a causa dell'atteggiamento Pdl, in Commissione giustizia al Senato». Sincera, appunto ma come convincere gli elettori che quella per la guida della Regione è la battaglia della vita per chi crede davvero in un progetto di governo alternativo? Una svista alla quale la Bongiorno pone subito rimedio con il suo cavallo di battaglia: «Se si è creata una dilagante corruzione nel Lazio è perché manca un sistema di controllo serio - ha detto - bisogna introdurre, come nelle piccole aziende o negli studi legali, procedure rigide. Io arriverei a pensare a veri e propri obblighi di denuncia, per ora queste cose si fanno nelle aziende per prevenire i reati. Non vedo perché non si debba applicare alla Regione». S.N.

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