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Dieci Comuni fermeranno i camion di Roma

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Ancorauna volta. La conferenza dei «sindaci di bacino» ha stilato un programma in quattro punti, quattro fronti di battaglia per combattere contro l'inceneritore di Albano e contro la designazione dell'impianto di Roncigliano che è stato scelto dal commissario Sottile per trattare l'immondizia di Roma. Ancora una volta tutti insieme, Albano (Comune capofila), Marino, Castel Gandolfo, Ariccia, Rocca di Papa, Nemi, Genzano, Lanuvio, Pomezia e Ardea faranno appello a tutte le proprie risorse per combattere questa guerra. Una battaglia che sul fronte del termovalorizzatore, dopo la sentenza del Consiglio di Stato del 20 marzo 2012, ha segnato un punto a favore del consorzio che deve costruirlo. Il fronte aperto in questi giorni, invece, è per dire no alle 50mila tonnellate annue in arrivo dalla Capitale. Ecco dunque che i sindaci presenteranno una denuncia alla Commissione europea, così come proposto nelle conferenze passata, che ha per oggetto l'autorizzazione di valutazione ambientale strategica. A questo si aggiungerà il ricorso alla Corte europea dei Diritti dell'Uomo che gli enti locali intraprenderanno collettivamente. Sul fronte dell'impianto di Roncigliano, il primo passaggio è quello del ricorso amministrativo al Tar. «Bisogna provvedere immediatamente - spiega il sindaco di Albano Nicola Marini - per ottenere la sospensiva del decreto Clini». Se da Roma, insomma, sta per arrivare una vera e propria montagna di rifiuti da trattare, i Comuni di bacino non ci stanno. «Non possiamo accettare - dice ancora Marini - di diventare la pattumiera di Roma. Sono anni che si sa che la discarica di Malagrotta era destinata alla chiusura: Roma non può essere Capitale solo quando si tratta di ottenere fondi e risorse pensando poi di scaricare sulla provincia i suoi problemi». I sindaci dei Comuni che si servono di questo impianto sono anche pronti ad una clamorosa iniziativa: ritrovarsi tutti insieme il prossimo 26 gennaio presso la discarica di Roncigliano in coincidenza con l'arrivo dei primi camion da Roma. Sarà probabilmente questo il momento più forte di un'azione di protesta che oltre alle vie legali ed europee passa anche per il forte dissenso di strada. «Roma - conclude Marini - non può mandare da noi la sua immondizia». Marco Caroni

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