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Pronti i ricorsi al Tar e alla Ue

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Unpunto da non sottovalutare, per chi spera in un ripensamento del ministro Clini, perché - hanno avvertito in questi giorni vari presidenti di provincia - «se non ci sarà dialogo il prossimo passo sarà il ricorso al Tar». Il passaggio figura anche negli ordini del giorno che, prima Frosinone poi Viterbo e infine Latina, hanno approvato all'unanimità nei tre consigli provinciali. Le spiegazioni sono chiarissime. Messe nero su bianco. «Ci hanno messo davanti il decreto quando era già pronto, senza alcuna consultazione, anzi non ci avevano neppure convocato nel giorno della presentazione ufficiale, solo in seguito alle nostre insistenze abbiamo partecipato». Cusani presidente della provincia di Latina e Patrizi (Frosinone) rifiutano in toto l'idea del trattamento sui loro territori («non è tecnicamente possibile» annunciando ricorso al Tar contro il decreto e, Cusani, un esposto alla Commissione europea anche alla luce dell'ultima bocciatura del piano rifiuti regionale: «E' un piano che si basa su dati sbagliati e che viola il principio di autosufficienza stabilito per ogni provincia», è stato chiaro Cusani. Meroi presidente della provincia di Viterbo chiede invece rassicurazioni sulla tempistica: «Vogliamo garanzie sulla durata di questa emergenza e sul fatto che i rifiuti, una volta trattati, tornino a Roma, a Malagrotta, senza fermarsi nella nostra discarica, questo ci è stato specificato solo a parole dal ministro e non risulta invece nel decreto». Eri. Del.

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