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«L'Imu ai Comuni per salvare il sociale»

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La ricetta di Alemanno: gestire l'imposta per rimodularla sul quoziente familiare

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Bastaassicurare ai Comuni tutto il gettito dell'Imu a partire dal prossimo anno». Il sindaco Gianni Alemanno propone una cura per la crisi che sta coinvolgendo anche le politiche del welfare. La proposta è stata lanciata ieri dal palco dell'Auditorium Antonianum durante la prima edizione degli Stati generali del sociale e della famiglia di Roma Capitale. Una due-giorni di confronto che coinvolgerà nel complesso 37 associazioni e 71 relatori e si concluderà oggi con l'incontro tra il primo cittadino e il ministro del Lavoro, Elsa Fornero. «Se nel 2013 i Comuni avranno la gestione totale dell'Imu - ha spiegato Alemanno - sarà possibile recuperare i fondi che sono stati tolti al sociale. Si è passati da 1.962 milioni di euro nel 2008 a 229 milioni nel 2012 con un taglio del 93%. Chiederemo al governo di trovare un equilibrio nell'impiego delle risorse del welfare troppo concentrato sugli ammortizzatori per il lavoro. Sono stati penalizzati i soggetti più fragili e tutto il peso del sociale è andato sulle spalle dei Comuni». Per il sindaco «l'autonomia di gestione totale dell'Imu potrà essere rimodulata nel Quoziente familiare». Un nuovo sistema di agevolazioni tariffarie, così come è stato previsto nel bilancio 2012 per la Tia (Tariffa igiene ambientale) legata al calcolo dell'Isee e calibrato dal Quoziente Roma che tiene conto della capacità contributiva delle famiglie. «Tutto questo sarà possibile se il governo recepirà la proposta dell'Anci di rivedere la tassa sulla casa - ha aggiunto l'assessore alla Famiglia, Gianluigi De Palo - domani (oggi, ndr) il sindaco firmerà l'ordinanza per l'istituzione di un tavolo che avrà il compito di studiare le nuove applicazioni di questo strumento dopo il varo della sperimentazione della Tia». Dal palco dell'Auditorium di una viale Manzoni blindatissima, il vicesindaco Sveva Belviso ha lanciato un grido di allarme. «Un taglio del 93% nel sociale significa uccidere questo settore. Vuol dire che 25mila persone rischiano di rimanere senza assistenza già da ottobre e che saremo costretti a tagliare 1.600 operatori. Non sarà possibile predisporre il Piano freddo e le mense sociali dovranno chiudere. Da novembre non ci saranno più servizi come i centri di accoglienza madre con bambino, l'accoglienza notturna e la sala operativa sociale». Giordano Tredicine, presidente della commissione Politiche sociali, ha detto. «Nonostante la crisi, il Comune è riuscito a creare progetti importanti. Per gli anziani è stato attivato Pronto nonno, un numero verde gratuito attivo 24 ore per fornire anche assistenza sanitaria a domicilio. Per i giovani è partito il progetto Pica, tirocini retribuiti che offrono un'occasione di scambio e crescita. Per le donne è nata la Carta bimbo, un'assistenza sanitaria per le neomamme, e sono stati realizzati 85 parcheggi rosa». Assente ieri per impegni istituzionali il ministro della Cooperazione, Andrea Riccardi, che ha fatto sapere che «grazie alla ripresa del panorama associativo cittadino, sarà possibile disegnare un nuovo scenario urbano più unitario basato sul sociale e sulla famiglia».

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