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Solo un cinese su dieci fa lo scontrino

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Fenomeno in crescita rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso

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Sarebberodisposti a tutto pur di non darvi lo scontrino. Un'evasione fiscale quasi totale che la Guardia di Finanza ha monitorato nei negozi cinesi della città eterna dall'inizio dell'anno, eseguendo 245 controlli sul rilascio del tagliandino dopo l'acquisto di un prodotto e della ricevuta fiscale che segue la grappa di rosa a fine pasto nei ristoranti specializzati in pollo alle mandorle e involtini primavera. Il risultato è stato scoraggiante, ma prevedibile: il 90% dei esercizi commerciali evade il fisco. Ben 216 controlli su 245 hanno colpito nel segno, una percentuale pari all'88,16. Un fenomeno in crescita, seppure lieve, considerato che nel primo quadrimestre del 2011 il dato era dell'85,54%. Le analisi patrimoniali delle Fiamme Gialle hanno messo in evidenza «il sistematico disallineamento fra la ricchezza posseduta» e il reddito dichiarato. All'Esquilino, tanto per fare un esempio, 35 imprese su cento dichiarano un volume d'affari inesistente, gli altri 65 non superano i ventimila euro. Per quanto riguarda, poi, il reddito imponibile, il 95% delle ziende dichiara meno di 20 mila euro. Nel mirino dei finanzieri è finito anche il settore, fiorente, della contraffazione. Sempre nello stesso periodo, sono stati sequestrati più di tre milioni di prodotti «taroccati» e in tutto il 2011 erano stati quasi 17 milioni. Si va dalle borse griffate Prada o Vuitton, al cd con l'ultimo hit musicale o al dvd con film ancora nelle sale. I cinesi, che nella Capitale sono ufficialmente 20 mila, usano soprattutto denaro contante e ricorrono raramente a banche o società finanziarie. Tanto è vero che l'anno scorso sono state confiscate banconote per un valore di 200 mila euro e denunciate 243 persone. Gli uomini e le donne arrivati dalle province più povere della Repubblica Popolare vivono al Casilino, Tiburtino, Prenestino, Centocelle e Commercity. Ma la maggior parte dei cinesi «romani» sono concentrati all'Esquilino. Hanno cominciato con ristoranti tradizionali e sartorie. Negli ultimi anni, però, il volto orientale del quartiere è cambiato. Il commercio rappresenta il 70% delle attività della comunità. Ai ristoranti si sono aggiunti bar, money transfer e molti negozi. E la maggior parte dei titolari, di fronte alla richiesta di scontrino, fa orecchie da mercante.

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