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«È sotto choc.

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Ilproiettile poteva colpirla. Bastava che lei fosse stata accanto alla finestra per sollevare la tapparella o vicino al fax, sistemato a pochi centimetri dal punto in cui l'ogiva ha colpito il muro». C'è ancora sgomento negli uffici della società Teri, al primo piano. È la sede amministrativa del Centro riabilitativo che occupa lo stesso spazio, sul piano stradale. Per una strana carambola, uno dei quattro colpi esplosi dal vigilante Sipro ha trapassato la serranda, infranto il vetro e ha finito la corsa contro la parete della stanza del capo del personale. La signora ieri fumava nervosamente. Lo sguardo cordiale ma stralunato non nascondeva la paura. Alle 8.10 il centro è una delle poche attività che inizia a lavorare. Ieri a quell'ora erano aperti il bar «Il Caffettino» e il forno «Pane, pizza e dolci» dei fratelli Frontoni. «Ho sentito gli spari e niente altro - racconta Roberta, da dieci giorni nuova titolare del locale su via Simoni - Pensavamo che fossero i rumori dei lavori stradali. Poi abbiamo visto il rapinatore e il vigilante armati e abbiamo capito. Ci siamo nascosti cercando di metterci al riparo». «Io ero fuori - racconta Eleonora Frontoni, una delle sorelle che lavora al forno - Subito non mi sono resa conto che era una rapina. All'inizio ho visto il malvivente come se stesse abbracciando il vigilante. Era vestito come uno spazzino. Pensavo che i due si conoscessero. Quando invece mi sono accorta che la guardia cercava di liberarsi dalla presa - continua - allora ho realizzato. Poi ci sono stati gli spari e sono rientrata dicendo a tutti di nascondersi». Michele, 70 anni, è arrabbiato: «Ho visto quel rapinatore. Diceva "basta, basta". Io gli volevo dire: brutto fio de na mign... Prima fai il casino, prendi l'ostaggio, punti la pistola. Poi, dopo che t'hanno preso, piagnucoli. Ce potevi pensà prima. Lo volevo prende a calci». «Per una volta ai rapinatori è andata male - commenta il segretario nazionale del Savip, sindacato delle guardie giurate - È il caso di analizzare gli elementi che hanno contribuito all'insuccesso della malavita nella rapina al portavalori. La reazione pronta delle guardie giurate dell'istituto di vigilanza Sipro è probabile che sia frutto della loro esperienza e dell'addestramento. Le guardie protagoniste di questa vicenda - aggiunge - si sono dimostrate davvero capaci e, perciò, speriamo che ricevano il dovuto riconoscimento, se non dall'azienda almeno dalle autorità di pubblica sicurezza. Speriamo anche che questa vicenda insegni, anche a quelle aziende che prediligono il turn over selvaggio dei dipendenti e non ne curano l'addestramento, che il personale più anziano ed esperto non deve essere considerato come un "oneroso fardello", ma come una risorsa preziosa». Fab. Dic.

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