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«C'è un'anomalia nell'iter delle multe»

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Nuovi dubbi dell'ufficio contravvenzioni dopo il dossier bluff sugli imprenditori

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Secondol'ufficio Contravvenzioni le infrazioni del codice della strada partirebbero «da un base di legittimità, essendo la gran parte delle contestazioni riferite a violazioni accertate con sistemi di videosorveglianza e quindi dimostrabili anche con materiale fotografico, ma nell'iter successivo all'accertamento è successo qualcosa, un'anomalia procedurale ben specifica individuata esaminando gli archivi». Un vizio «accertato», di cui il direttore dell'ufficio Pasquale Pelusi ha ritenuto necessario mettere a conoscenza i titolari dell'inchiesta Vigilopoli, e che dunque potrebbe rivelarsi utile ai fini delle indagini che, com'è ormai noto, si sono allargate anche al capitolo multe. I dubbi sono molteplici: potrebbero queste sanzioni essere state utilizzate per muovere pressioni nei confronti dei Bernabei, che si sono sempre detti tartassati di controlli? Possibile che dietro promessa di eventuali cancellazioni, alcuni verbali siano spariti dagli archivi della municipale? Ancora, come può «un'anomalia procedurale» riguardare, tra i milioni di automobilisti romani, proprio e solo questi imprenditori? Le domande senza risposta si rincorrono anche perché tutti i veicoli delle società degli imprenditori del vino, aziendali e privati, sarebbero provvisti di regolare autorizzazione all'accesso nelle Ztl: quindi da dove nascono le centinaia di contravvenzioni elevate, alcune delle quali notificate? Questo filone dell'inchiesta è stato aperto indirettamente dalla stessa municipale che, dopo le denunce dei Bernabei, aveva reagito parlando di un presunto debito di 350mila euro, per un totale di 2.184 sanzioni spiccate dal 1995 ad oggi, secondo quanto si lasciava intendere non iscritte a ruolo, a carico della Bernabei Liquori srl. Cifre poi smentite dall'ufficio Contravvenzioni che ha constatato un quadro ben diverso, in cui spiccavano 275 multe già pagate, 569 oggetto d'appello, 390 in via di riscossione, 799 in lavorazione, infine 416 ricorsi accolti (di cui uno da 50mila euro) e 152 respinti. Un dossier bluff, che potrebbe rivelarsi un boomerang per la municipale. Gli accertamenti sulle ammende contestate alla Bernabei Liquori srl, hanno fatto scattare infatti altre verifiche, riferite in particolare ai mezzi di altre società riconducibili ai due imprenditori, in particolare la Più Blu srl e Spirit Service. L'ufficio Contravvenzioni ha esaminato gli archivi a partire dal 1° gennaio 2005, per evitare che i dati potessero risultare «contaminati» dalla minisanatoria del 2004, fino ad oggi. A carico della Più Blu si contano 195 sanzioni, di cui 128 per transito nelle Ztl o preferenziali, quindi ad accertamento elettronico, e 67 per violazioni varie, vedi passaggi col rosso o divieti di sosta. Per quanto riguarda la Spirit Service le sanzioni sarebbero invece 1.412, di cui 1.131 per Ztl e preferenziali. In entrambi i casi le ammende hanno fatto percorsi diversi, alcune risulterebbero pagate, altre ancora oggetto di ricorso. Anche rispetto alla Bernabei Liquori si sono «scorporate» le multe limitando i controlli dal 2005 ad oggi: sarebbero 702, di cui 585 per Ztl e preferenziali. Le «anomalie procedurali» di cui parla l'ufficio Contravvenzioni sarebbero state riscontrate proprio in questa seconda ondata di verifiche, ragion per cui i dati - a differenza della volta precedente, quando si era discusso del dossier multe in Campidoglio, alla presenza del capo dei vigili Giuliani - sono stati trasmessi direttamente alla magistratura, e per conoscenza ad Alemanno. Sul perché questi numeri dovrebbero interessare i pm che coordinano l'inchiesta Vigilopoli, così come sul fatto che potrebbero celare altri illeciti, il direttore Pelusi non si sbilancia: «Ho inoltrato un'informativa su ciò che abbiamo verificato, le indagini non spettano a me». Pressioni, cancellazione? L'unica certezza è che il «giallo multe» è un filone destinato a riservare altre sorprese. Eri. Del. e Mat. Vin.

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