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Ancora un assalto in villa. Picchiati e rapinati

Carabinieri

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Scene da Arancia meccanica. Picchiati e rapinati in un appartamento a Prima Porta da cinque banditi dell'Est europeo, armati e incappucciati. Lei, 50 anni, ha subito ferite con sette giorni di prognosi, medicata all'ospedale Sant'Andrea. Gli altri familiari se la sono cavata con qualche livido e tanta paura. Il marito, C. T., 54 anni, gioiellerie a Ponte Milvio, ha firmato e non ha voluto l'assistenza sanitaria. Il figlio grande, 22 anni, ha preso qualche pugno e nemmeno è andato al pronto soccorso. Il piccolo, 12 anni, è rimasto nella sua camera da letto e non ha assistito alla rapina. Magro il bottino: pochi monili in oro. Sull'assalto indagano i carabinieri della Compagnia Cassia, diretta dal maggiore Alceo Greco. Per gli investigatori non è facile risolvere il caso: i cinque indossavano guanti per non lasciare impronte digitali. Probabilmente, sono scappati a piedi e poi hanno raggiunto l'automobile sulla quale sono fuggiti. Quindi i dettagli sono pochi. Qualche elemento in più potrebbero fornirlo le vittime. I malviventi hanno agito l'altra notte, intorno alle due e mezzo seminando il terrore per venti minuti. La residenza dell'orefice è a due piani, a Prima Porta: il ragazzino dormiva al piano terra, gli altri della famiglia su quello superiore. I cinque banditi sono passati dalla porta principale. Non è nemmeno corazzata, quindi non è stato difficile forzarla. Sono entrati e sono saliti alle camere da letto. Svegliati i familiari, due dei cinque hanno puntato le pistole contro di loro mentre gli altri hanno cominciato a mettere a soqquadro gli interni. Cercavano la cassaforte. Con accento dell'Est, si sono rivolti al gioielliere: «Dov'è, dicci dov'è la cassaforte». Ma il forziere non c'è. I rapinatori non ci hanno creduto e sono diventati violenti. Hanno colpito i due genitori con calci e pugni. Il ragazzo ha tentato di reagire e i balordi lo hanno picchiato. Poi hanno rinchiuso tutti in una camera da letto cercando in ogni angolo di casa. Alla fine i banditi si sono dovuti accontentare solo di pochi oggetti in oro e sono scappati. Il sospetto dei carabinieri è che i rapinatori abbiano pianificato l'assalto con cura. Sapevano che il proproietario di casa era titolare di una gioielleria a Ponte Milvio. Pensavano che in casa potessero trovare un bottino più ricco, nascosto in una cassaforte. Conoscevano gli orari dell'uomo. Probabilmente lo hanno seguito. E l'altra notte hanno deciso di agire. L'ultima violenza da film "Arancia meccanica" risale alla notte del 27 marzo, in una villa del Viterbese. Un anziano docente universitario è stato ridotto in fin di vita da quattro banditi, colti con le mani nel sacco, gli hanno fracassato il cranio con una spranga di ferro per evitare che premesse il pulsante del telecomando dell'allarme. I carabinieri li hanno arrestati in un lampo. Circa due settimane prima, a Civitavecchia, una banda dell'Est europeo ha preso a calci e pugni un medico assieme alla moglie, rapinando 150 mila euro.

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