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Ricchi e «poveri» Ecco i redditi della Pisana

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Melpignano (Lp) è il Paperon de' Paperoni

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IlPaperon de' Paperoni alla Pisana è invece il consigliere della Lista Polverini Giuseppe Melpignano con 187.077 euro. Seguono il vicepresidente dell'Assemblea, Bruno Astorre con un reddito imponibile di 167.514 euro e, a sfatare il mito dei radicali sempre sull'orlo di una crisi economica, il consigliere Rossodivita, con un reddito imponibile di 163.011 euro. Così, se spesso è la politica a fare i conti in tasca ai contribuenti con la dichiarazione dei redditi on line degli eletti alla Regione Lazio, ora anche il cittadino può mettere il naso nelle attività economiche di chi decide delle buste paga altrui. Non su tutti però. Molti tra assessori e consiglieri non hanno consegnato lo stato patrimoniale 2011, in barba alla legge sulla trasparenza. Per quanto riguarda il governo regionale manca, paradosso, la dichiarazione dei redditi dell'assessore al Bilancio Stefano Cedica. A fargli compagnia gli assessori agli Enti locali e Sicurezza, Pino Cangemi, alle Attività produttive, Pietro Di Paolo, ai Trasporti, Francesco Lollobrigida, all'Ambiente, Marco Mattei, al Lavoro Mariella Zezza, all'Istruzione Gabriella Sentinelli. Biricchini anche i 24 consiglieri che per distrazione non hanno consegnato la dichiarazione dei redditi. Per questo, un premio speciale a La Destra e ai Radicali, unici gruppi in cui tutti i consiglieri hanno pubblicato on line il proprio reddito. Mistero invece per l'Italia dei Valori, nell'elenco manca addirittura il nome del capogruppo Vincenzo Maruccio. Sorpresa poi per i due eletti della Federazione della Sinistra, ai quali va il record inverso: zero dichiarazioni. Da segnalare anche l'assenza di reddito dei capigruppo della Lista Polverini, Mario Brozzi, del Pdl, Franco Fiorito e dell'Udc, Francesco Carducci. La media comunque dei guadagni degli eletti alla Pisana è di circa centomila euro. La maggior parte ha una casa di proprietà o in coproprietà con il coniuge e, altra curiosità, in molti hanno la stessa auto: una smart. Una riflessione sulla legge sull'«anagrafe pubblica degli eletti» va comunque posta. Va bene che il cittadino-elettore abbia informazioni sullo stato patrimoniale dei suoi rappresentanti, ma perché pubblicare tutte le informazioni riguardo lo stato di famiglia? Nome, cognome e data di nascita di coniugi e, soprattutto, dei figli minori si potrebbero oscurare a nome di quella privacy che non può essere integralmente cancellata per il solo fatto di essere eletti.

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