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L'Authority dà il via libera al restauro siglato Tod's

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L'Autoritàsui Contratti pubblici non ha infatti ravveduto irregolarità. Nella delibera, firmata dal consigliere relatore Piero Calandra e dal presidente dell'Authority, Sergio Santoro, e pubblicata sul sito dell'organo di controllo, si ricostruiscono le tappe della vicenda, sottolineando la differenza fra contratti di «sponsorizzazione tecnica», sottoposti «agli obblighi di pubblicità e trasparenza previsti all'articolo 27 del dlg 163 del 2006» e quelli di sponsorizzazione pura, che invece «sono sottratti alla disciplina del decreto del 2006 e sono sottoposti alle norme di contabilità di Stato, che richiedono l'esperimento di procedure trasparenti». Secondo l'Authority di via di Ripetta, la volontà del Mibac «di concludere un contratto di sponsorizzazione di puro finanziamento in luogo del contratto di sponsorizzazione tecnica ex art. 26 del Codice, nei termini indicati, giustifica il ricorso a una procedura negoziata con gli operatori interessati alla precedente procedura a evidenza pubblica e non appare in contrasto con i principi di legalità, buon andamento e trasparenza dell'azione amministrativa». Un punto importante, quello fissato dall'Authority, anche in vista del giudizio pendente davanti al Tar. Sempre ieri i giudici amministrativi hanno ordinato il deposito entro 30 giorni, di tutti gli atti che riguardano l'affidamento a Tod's dei lavori di restauro del Colosseo. Confermata l'udienza del 7 marzo, nell'ordinanza presidenziale si osserva che «viene riservata alla sede collegiale la delibazione delle ulteriori richieste di assunzione di prova per testi; nonchè di convocazione personale delle parti ai fini dell'esperimento del tentativo bonario di conciliazione». In effetti, dopo un incontro tra il sindaco Alemanno e il Codacons, l'udienza prevista per la discussione del ricorso presentanto dai consumatori di Rienzi era stata spostata proprio al 7 marzo per dare modo di trovare una "conciliazione". Da quell'incontro, ricordiamo, ne uscì un protocollo d'intesa per la gestione degli sportelli del cittadino. Quello che un tempo era compito del Difensore civico (garante dei diritti dei cittadini eletto dall'Assemblea capitolina dopo aver partecipato a un bando pubblico di selezione e di fatto "soppresso" da Alemanno) spetterà adesso al Codacons. Un'esclusiva mal digerita dalle altre associazioni dei consumatori presenti nella Capitale. E chissà se questa esclusiva non porti a ritiro del ricorso sul Colosseo... Sus. Nov.

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