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La cricca dei concessionari froda Chevrolet

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Èla truffa telematica scoperta dagli uomini del Gat, il Nucleo speciale frodi telematiche della Guardia di finanza. In sostanza, «12 insospettabili operatori del commercio d'auto» di Roma, Ancona, Pesaro e Perugia, hanno messo in piedi una «strutturata frode in danno del colosso americano Chevrolet» disarticolata dalle indagini coordinate dal colonello Umberto Rapetto e dal capitano Andrea Ceccobelli. «Le indagini sono partite da una segnalazione da parte della Chevrolet di anomalie di carattere contabile - spiega Rapetto - il nostro lavoro è stato quello di vivisezionare il sistema informatico della casa automobilistica per riuscire a tracciare le anomalie». Tre anni di scorrerie telematiche nel sistema informatico della casa automobilistica hanno permesso di impostare un gigantesco raggiro grazie al quale alcune importanti concessionarie ottenevano illecitamente uno «sconto» sul prezzo delle auto destinate alla propria clientela. Una sorta di gioco di prestigio tecnologico permetteva di modificare l'importo della vettura superaccessoriata e con motorizzazione ecologica in quello di una versione molto più economica, certo non a vantaggio dell'acquirente (che pagava il prezzo «pieno») ma a beneficio della cricca dei venditori e dei loro complicì sottolinea il nucleo della Guardia di finanza. Le indagini, dirette dal sostituto procuratore Francesco Scavo Lombardo e condotte per oltre due anni dal Gat, hanno permesso di ricostruire la dinamica della truffa, di individuare precise responsabilità «in capo ai diversi protagonisti della condotta fraudolenta, di portare alla richiesta di rinvio a giudizio degli indagati con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e accesso abusivo al sistema telematico». L'attività investigativa degli 007 informatici delle Fiamme gialle - svolta sull'intero territorio nazionale - ha portato all'identificazione dei due dipendenti infedeli e della rete delle concessionarie coinvolte.

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