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Quaranta minuti per un taxi L'odissea di romani e turisti

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Secondo giorno di protesta. Secondo giorno di disagi. Nella Capitale i turisti sono più che mai disorientati, i romani nervosi. Per le strade della città non c'è traffico ma il caos regna. Loro, i tassisti che già martedì hanno bloccato Roma per dire «no» alle liberalizzazioni, invadendo via del Corso e piazza Colonna, se ne stanno al Circo Massimo a urlare in attesa di capire se i sindacalisti (23 sigle) riescono a far cambiare idea, almeno in parte, al governo Monti. E se martedì molti tassisti romani avevano disertato lo sciopero (beccandosi insulti e botte da parte di chi aveva rinunciato a lavorare), ieri sono apparsi tutti uniti. Romani insieme con i napoletani, e poi milanesi, torinesi, fiorentini, aquilani, lasciano le auto bianche parcheggiate e incrociano le braccia. Così, per chi ha necessità di chiamare un taxi, diventa un'impresa spostarsi. Tentare di chiamare un tassista utilizzando gli operatori telefonici (come il 3570) è sperare nel miracolo. Il telefono squilla per dieci, anche quindici, minuti di fila. Poi, dopo aver ascoltato decine di volte la stessa musica di sottofondo, ecco una voce «umana». «3570 buongiorno». Finalmente. Ma la gioia si dissolve in un attimo. La signora dall'altra parte del filo spiega che la cooperativa ufficialmente non sciopera, ma i tassisti in servizio si contano sulle dita di un paio di mani. Insomma, si può anche prenotare il taxi, ma arriverà dopo almeno trenta minuti. Se prenotarlo è difficile, trovarlo è impossibile. Nel centro storico ci sono numerose piazzole di sosta dei taxi. Tutte vuote. A largo Chigi le strisce gialle sono occupate da cinque auto blu. In piazza San Silvestro sostano un paio di camion che scaricano merci al bar vicino. Nella piazzola del Pantheon non c'è nessuno. Stessa scena al Colosseo e a largo Argentina dove la colonnina continua a inviare dagli altoparlanti lo squillo del telefono ma nessuno prende la chiamata. Nello spazio di sosta taxi tra il Vittoriano e Palazzo Valentini non c'è la solita fila in attesa di prendere i clienti. Anzi, lì ci sono tre taxi parcheggiati. I conducenti sono assenti, ma probabilmente presenti insieme con i loro colleghi al Circo Massimo, e hanno tolto gli adesivi giallorossi tipici delle auto bianche. Come a voler dire: inutile, sono fuori servizio. Il messaggio arriva forte e chiaro non solo ai romani, che s'incolonnano alle fermate degli autobus, ma soprattutto ai turisti. Poco pratici della mobilità capitolina tentano di risolvere il rebus confidando nel metrò e nelle cartine della città. In pochi prendono, invece, l'autobus. Tutti lanciano sguardi abbattuti verso la strada nella speranza di veder passare un tassista, ma nulla. I disperati veri, però, non sono al Centro. Sono a Fiumicino. All'aeroporto scatta sin dalle prime ore del mattino una vera caccia al taxi. Stessa situazione per chi deve andare al Leonardo Da Vinci. Si può puntare solo sul treno. Ma pure in questo caso si registrano casi sfortunati, perché, soprattutto durante la mattinata, si sommano ritardi a catena dei treni regionali diretti agli scali aerei fino a un massimo di cinquanta minuti di ritardo. Per chi deve spostari in città o poco fuori il suo «anello» è un'odissea. La caccia al taxi è disperata e trovarne uno in giro non significa aver risolto il problema. Perché dipende dove il turista o il romano deve andare. Alcuni punti della Capitale sono inavvicinabili (Termini, Circo Massimo, piazza Colonna, Ciampino, Fiumicino, Tiburtina) a causa delle minacce lanciate da parte dei colleghi con le braccia incrociate. Già un tentativo di linciaggio è avvenuto martedì da parte dei napoletani nei confronti dei «dissidenti» romani. Opporsi alla protesta, in una giornata come quella di ieri, è un rischio troppo alto. Meglio perdere un cliente che ritrovarsi la macchina ammaccata o in mezzo a una rissa. Eppure la mancanza di auto bianche in circolazione fa accendere un campanello d'allarme in Prefettura. A metà pomeriggio gli uffici di Giuseppe Pecoraro iniziano a monitorare la garanzia dei servizi minimi che devono essere offerti. E non è un caso se la Prefettura pensa all'ipotesi di precettare i tassisti per mantenere i servizi minimi. La questura e la polizia di Roma Capitale sono stati avvertiti dell'eventualità. I disagi stanno superando i limiti. Anche oggi i tassisti incroceranno le braccia: dalle 9 alle 19 tutti al Circo Massimo per una nuova assemblea. Trovare un taxi sarà impossibile.

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