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Micro discariche e differenziata per uscire della crisi

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L'attoha lo scopo di uniformare e razionalizzare la programmazione che si è susseguita nel tempo, aggiornare la pianificazione al nuovo quadro normativo nazionale e superare definitivamente l'emergenza rifiuti nel Lazio. ll piano persegue, fino al 2017, tre obiettivi: riduzione alla fonte della produzione di rifiuti, raccolta differenziata al 65% dal 2012 e realizzazione di un sistema integrato di impianti di recupero e smaltimento. Si è trattato, secondo l'assessore Pietro Di Paolo, di garantire un approccio strutturale e organico al problema rifiuti. Fissata dal piano al 65%, in applicazione delle norme vigenti, la soglia minima di raccolta differenziata dal 2012 e fino al 2017. Il piano contempla la possibilità per i comuni – prevista dalla legislazione nazionale (D.Lgs. 205/2010) – di derogare agli obiettivi di raccolta differenziata, con un accordo di programma tra ministero dell'Ambiente, Regione ed enti locali. Il piano dovrà conformarsi a tali accordi. L'eventuale adeguamento a tali programmi sarà trasmesso alla commissione Ambiente della Pisana e alla Ue. Per la gestione dei rifiuti il Lazio è stato ripartito in cinque ambiti territoriali ottimali (Ato), corrispondenti in linea di massima ai territori delle province laziali. Scompare l'Ato unico regionale, previsto in origine dalla proposta. All'interno degli Ato andranno organizzati i servizi di raccolta dei rifiuti urbani e assimilati, garantita l'autosufficienza degli impianti di trattamento meccanico biologico (TMB) e di quelli di smaltimento di rifiuti urbani (discariche). In caso di carenze, un ambito potrà utilizzare impianti presenti in altri Ato (come accade per Rieti che si serve di Viterbo). Il piano non indica direttamente le aree idonee (e quelle non idonee) a ospitare gli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, ma fissa – come previsto dalla legge – i criteri per la localizzazione da parte delle Province nei loro strumenti di pianificazione territoriale. Termovalorizzatori e gassificatori dovranno invece essere autosufficienti su base regionale. I tempi per la realizzazione degli impianti necessari a completare la dotazione a livello regionale sono stati stimati in 3 anni per quelli di TMB, 5 per quelli di trattamento termico e 3 per quelli di compostaggio. Il piano rifiuti aveva iniziato il proprio iter in consiglio il 12 dicembre dopo che il 6 dicembre la commissione Ambiente, a conclusione di una serie di sedute ed audizioni, aveva espresso parere favorevole. Quindi il 14 dicembre si è concluso l'esame in aula e il voto finale è stato rinviato – dopo l'approvazione del Bilancio della Regione, avvenuta il 22 dicembre – al 18 gennaio 2012.

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