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Colti sul fatto scatta la scusa differenziata

I controlli dell'Ama

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Per i pigri della differenziata è finita la pacchia: dopo il Tuscolano, piovono multe anche a Monte Sacro, dove da qualche giorno sono arrivati gli accertatori dell'Ama. Ben dieci sanzioni in quattro ore, tre elevate per la mancata differenziazione dei rifiuti (multa da 100 euro), altre tre per abbandono dei sacchetti in strada (100 euro) e, infine, quattro per deiezioni canine non raccolte (250 euro). Un bilancio che ha fatto infuriare i residenti («Non siamo mica in Val d'Aosta»), ma che lascia soddisfatti gli operatori: «Inventano mille scuse, a volte ci mettiamo ore per farci consegnare i documenti ma alla fine la sanzione scatta ugualmente». La fase «tolleranza zero», un piano itinerante che, di settimana in settimana, porterà i controlli nelle zone considerate più critiche, si è resa necessaria per evitare il flop del metodo di raccolta duale. Ama ci ha provato con le campagne informative, cambiando gli orari di servizio dei punti mobili, reintroducendo cassonetti «indifferenziati» (al Tuscolano, all'Aurelio e a Marconi, per evitare almeno il fenomeno dell'abbandono dei rifiuti), addirittura trasmettendo una canzoncina su varie frequenze radio, ma nulla, nessun miglioramento significativo nei perimetri in cui le cattive abitudini sembrano diventate croniche. Di qui il pugno duro, appunto l'intensificazione dei controlli, e soprattutto delle multe.   Dopo l'esperimento di novembre al Tuscolano, martedì scorso gli accertatori dell'Ama sono stati destinati a Monte Sacro, IV Municipio, dove rimarranno ancora per due settimane, mattina, pomeriggio e notte. Resta invece da definire la tappa successiva. Mercoledì mattina, dalle 9 alle 12, gli accertatori, 17 operatori Ama muniti di pettorina e tesserino di riconoscimento, hanno iniziato il loro tour alle Vallette, nei pressi di piazza Sempione. I controlli hanno riguardato l'intero rione, che da diversi mesi sperimenta la raccolta differenziata duale spinta. A dare il cattivo esempio per prima è stata la scuola dell'infanzia Roberto Manzi in via Valdarno: sacchetti di indifferenziata sono stati abbandonati fuori dai cassonetti davanti al plesso. Responsabile, ha poi confermato un'inserviente, la ditta di pulizie. Prima di arrivare ad un'ammissione, il «tradizionale» carnet di scuse: «La colpa è dei bambini, sa non sono ancora capaci a differenziare», «sono le maestre che non insegnano la distinzione», «non sappiamo il nome della ditta che pulisce la scuola», e avanti così per 45 minuti. Al termine dei quali è scattata la multa per abbandono dei rifiuti nei riguardi della ditta, 100 euro. «Inventano di tutto», si appellano alla pazienza gli accertatori. Gli aneddoti sono i più svariati. C'è la colf che, beccata in flagrante mentre conferisce l'umido nei contenitori dell'indifferenziata, incolpa (invano) la padrona di casa. Così il titolare del negozio con la commessa, «nuova, non sa che qui facciamo la differenziata». In entrambi i casi, il destinatario della multa, al netto delle obiezioni, è la persona colta sul fatto. Sempre tra i negozianti si è diffusa poi l'abitudine di tagliare o nascondere col pennarello la griffe degli scatoloni che abbandonano in strada per evitare che gli accertatori risalgano all'esercizio commerciale. «Non è facile – spiegano gli operatori – spesso veniamo presi a male parole, diverse volte abbiamo chiamato anche i carabinieri o la polizia, alcuni negozianti sono arrivati ad accerchiarci pretendendo che gli togliessimo la multa». Si è sfiorata la rissa, del resto, anche mercoledì, quando un utente – che stava conferendo l'indifferenziata nel cassonetto blu della carta – non voleva proprio saperne di farsi identificare: «Non siamo mica in Val d'Aosta, io vi denuncio, non ho fatto nulla di male», gridava. Sul posto sono arrivati vigili e carabinieri contattati dall'Ama: due ore di discussioni, ma alla fine la multa (100 euro) gli arriverà a casa.

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