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Taglio del nastro alla stazione Tiburtina

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Ilrogo mandò in tilt la circolazione ferroviaria in tutta Italia, creando disagi per giorni, e la stazione non è ancora tornata alla piena normalità. Lo snodo chiave dell'Alta velocità in Italia non sarà a pieno regime prima di metà dicembre. A quattro mesi dall'incendio l'inchiesta della procura va a rilento per la difficoltà degli accertamenti tecnici nella palazzina sventrata dalle fiamme. Un edificio pericolante e quindi pericoloso per il Nucleo investigativo antincendio (Nia) dei vigili del fuoco e per il consulente nominato dal pm Barbara Sargenti. Nel frattempo, però, è stata chiesta l'integrazione della documentazione fornita da Rete ferroviaria italiana (Rfi-Gruppo Fs). La palazzina, che si trova all'estremo ovest della stazione, sul lato Nomentano, in quest'ultimo periodo viene progressivamente demolita da una ditta specializzata. Ciò per permettere gli accertamenti necessari in condizioni di sicurezza. A pochi metri si staglia la modernissima galleria sopraelevata che caratterizza la nuova stazione Tiburtina. In attesa dei risultati degli accertamenti tecnici, le ipotesi sulle cause dell'incendio restano quelle dei primi giorni: un guasto tecnico o il cattivo funzionamento di un impianto sono le più probabili. Meno probabile, ma niente affatto scartato, un atto doloso. Alquanto remota invece la possibilità che a scatenare le fiamme sia stato un furto di cavi di rame lungo la linea, come prospettato da Rfi nelle prime ore dopo il rogo. Da verificare il funzionamento dei dispositivi d'allarme e di sicurezza. Al momento il fascicolo per incendio colposo è contro ignoti. La polizia ferroviaria (Polfer) del compartimento di Roma ha sentito assieme al Nia i cinque dipendenti delle Ferrovie presenti nella palazzina la notte dell'incendio. Sono quasi tutti dirigenti di movimento, più una speaker addetta agli annunci in stazione.

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