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Stop ai divieti sui cortei

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Protesta contro l'ordinanza anti-cortei

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L'ordinanza che vieta i cortei in centro scadrà domani. È durata un mese e il Campidoglio non ha intenzione di rinnovarla. Alemanno avrebbe preso questa decisione anche su spinta di Questura e Prefettura per non alimentare ulteriori tensioni con i movimenti e con chi ha già annunciato di voler espressamente violare i divieti. Ieri il sindaco Alemanno si è incontrato con il prefetto Pecoraro nel vertice a Palazzo Valentini a cui hanno partecipato anche il questore Tagliente, le opposizioni e i sindacati. Alla fine è stata presa una decisione: fare un'altra ordinanza per rendere più restrittivo il protocollo del 2009 che regola manifestazioni e cortei. Un protocollo che, di fatto, fino ad oggi non ha impedito a chiunque volesse manifestare di organizzare sit-in e cortei che puntualmente hanno mandato in tilt la città. Il problema, infatti, è che questo accordo si applica ai sindacati maggiori ma non si estende a sigle minori, studenti e precari. E, come ha spiegato il sindaco, «quelle regole hanno talmente tante deroghe che non riescono a dare una vera e propria indicazione sulle manifestazioni dinamiche».   La decisione ufficiale verrà presa entro oggi. A confermarlo è lo stesso sindaco dopo l'incontro col prefetto: «Entro martedì dovrò prendere una decisione perché l'ordinanza scade: è stata un successo evidente a tutti perché non ci sono stati cortei nel centro storico ma comunque è stata data la possibilità di far sentire la propria voce con manifestazioni statiche». Alemanno non vuole che si ripeta ciò che è successo venerdì pomeriggio in via XX Settembre, con i cosiddetti «Draghi ribelli» che hanno sfidato il divieto sfilando in corteo. Solo le forze dell'ordine in tenuta antisommossa sono riuscite a impedirlo, ma non sono mancati momenti di tensione. Il sindaco non vuole alimentare altri problemi: «L'elemento di ordine pubblico che maggiormente ci preoccupa è che il 17 novembre possano esserci delle manifestazioni finalizzate non tanto alla tematica della manifestazione, quanto a una pura sfida a violare un decreto». Giovedì, infatti, un gruppo di studenti della Sapienza ha già annunciato un corteo con partenza da piazzale Aldo Moro con un obbietivo ben preciso: sfidare l'ordinanza del sindaco. «Rifletteremo attentamente - ha aggiunto il primo cittadino - per non dare adito a gruppi estremi di avere un'ordinanza da violare e un'occasione per creare problemi di ordine pubblico. Dobbiamo valutare esigenze diverse e troveremo la soluzione entro domani (oggi, ndr) per permettere al questore e al prefetto di conformarsi a queste esigenze». A questo punto l'ordinanza che vietava i cortei e permetteva solo manifestazioni autorizzate in sette piazze (piazza Bocca della Verità, piazza Repubblica, piazza Santi Apostoli, Circo Massimo, piazza Farnese, piazza San Giovanni e piazza del Popolo) appare ormai superata. La richiesta di non prorogarla è arrivata anche dal Pd capitolino: «Abbiamo sottolineato la gravità del momento che per via della crisi economica il Paese sta vivendo - ha detto il segretario Marco Miccoli - momento che impone una gestione non rigida della piazza e una politica di mediazione continua con le forze politiche e sociali. Non siamo contrari a sottoscrivere un protocollo di intesa che garantisca il diritto dei cittadini alla mobilità purché tale protocollo non leda il diritto di manifestare a Roma». Resta quindi l'ipotesi di rivedere in senso più restrittivo il protocollo firmato due anni fa. Ma ci sono problemi non facili da superare. Il sindaco ha ammesso che «da questo punto di vista non c'è una disponibilità chiara da parte del movimento sindacale e da parte dei partiti a dare una nuova interpretazione di questo protocollo. Il problema sostanziale - ha aggiunto - è di non tornare a una situazione come quella precedente, in cui le manifestazioni sono state centinaia e hanno creato un problema costante di traffico e mobilità. Questo non significa non tener conto di un clima politico diverso e della necessità di fare tutti gli sforzi per avere un clima di concordia e di disponibilità da parte di tutte le forze politiche e sociali. Nelle prossime ore cercheremo di contemperare queste due esigenze in maniera tale da garantire ai cittadini la circolazione e la vivibilità della città. Il protocollo ha permesso qualche forma di regolamentazione esclusivamente per quelli che hanno firmato, chi non lo ha firmato non ha avuto nessuna regola». Ma qual è la posizione dei sindacati? I segretari romani di Cgil, Uil e Cisl Claudio Di Berardino, Pierpaolo Bombardieri e Pierangelo Mancini hanno assunto una posizione unitaria: «Abbiamo manifestato l'esigenza di abbandonare l'ordinanza, ma non abbiamo riscontrato disponibilità al dialogo. Se la nostra proposta non gli va bene, il sindaco non può dirci solo che domani deciderà da solo. Noi proponiamo di ripartire dal protocollo del 2009, magari con modifiche». Bisogna vedere se queste modifiche, che Alemanno intende in senso restrittivo, saranno sottoscritte anche dai sindacati.

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