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Assalto dei bus Cotral alla "barca" del debito

Cotral

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I numeri ci sono ma i conti non tornano e i soldi mancano. La vicenda Metrebus, la convenzione tra Atac, Cotral e Ferrovie dello Stato in base alla quale è "nato" il biglietto unico integrato, è destinata a tingersi sempre più di giallo. Dalle dichiarazioni più o meno ufficiali appare ormai chiaro che la disdetta da parte dell'Atac di una parte della convenzione, quella che riguarda la ridistribuzione del ricavato della bigliettazione, è una prova di forza messa sul tavolo per risolvere altre spinose questioni. Tra le più urgenti quelle dei decreti ingiuntivi emessi da Cotral nei confronti di Atac e a causa dei quali sarebbero stati bloccati diversi conti correnti dell'azienda capitolina. In particolare sono tre tranche di pagamenti dovuti da Atac nei confronti di Cotral e tutti riguardano la bigliettazione, ovvero la quota parte dovuta da Atac (che è gestore) a Cotral. Il primo, già esecutivo, è di 18 milioni di euro per i mancati pagamenti di Atac verso Cotral. Si tratta della parte che riguarda le agevolazioni tariffarie sui biglietti autobus decise dal Campidoglio e che valgono dunque solo per il Comune di Roma. Per questo motivo la causa intentata dall'Atac è stata persa: le agevolazioni previste da un Comune non possono ricadere sugli altri gestori e comuni. I 18 milioni riguardano dunque i mancati pagamenti per gli anni 2000/2003. Un altro decreto invece contiene lo stesso oggetto ma la somma sale a 22 milioni e riguarda gli anni 2004-2011. Come se non bastasse poi nelle casse Cotral non arriverebbero i ricavati della bigliettazione totale da marzo scorso, per un credito accumulato sempre nei confronti di Atac di 12 milioni. Totale: 52 milioni di euro da pagare cash. Una cifra che l'azienda capitolina non può proprio permettersi. Da qui la decisione di uscire dalla convenzione e di richiedere alla Regione i soldi dovuti. Ecco un altro, dolente punto. La Regione, così come il Comune di Roma sono da sempre morosi nei confronti delle aziende del trasporto pubblico. E in una fase in cui le banche mal sopportano i «pagherò» degli enti locali, si comprende bene che il passo verso il collasso è davvero breve. Entrambi gli enti sono debitori per centinaia di milioni, anche se la stessa Polverini ha chiarito subito un punto cruciale, quello dei 200 milioni richiesti dall'Atac alla Regione per i rinnovi contrattuali. Secondo indiscrezioni la Pisana deve a Cotral circa 400 milioni di euro. Le cifre dovute dal Campidoglio a Atac e Cotral non sarebbero da meno. Insomma, una guerra tra poveri. «Sull'Atac non c'è nessun giallo. C'è un bilancio che non corrisponde al bilancio della Regione - spiega la Polverini -. Ci sono 200 milioni che il Comune reclama per i rinnovi contrattuali, che non sono più parte del trasferimento nazionale, che quindi la Regione non può assolutamente erogare». Sulla vicenda è ancora più preciso l'ex assessore ai Trasporti e ora responsabile del settore per il Pdl, Francesco Aracri: «Io stesso ho fornito una memoria a tutti gli interessati il 31 maggio 2010 con tutti i riferimenti e gli allegati, ovvero i 305 milioni di euro pagati dalla Regione negli anni 2008, 2009 e 2010. Non solo. Nello stanziamento dei 305 milioni è espressamente specificato che la cifra include anche i fondi di copertura per il rinnovo dei contratti collettivi di lavoro e tutti gli accordi locali. Sotto questo punto di vista - dice Aracri - la Polverini ha ragione. Anzi sono molto gravi le cose ha detto, perché i soldi dalla Regione sono arrivati. La situazione Atac è seria, l'azienda perde cinque milioni di chilometri vettura al mese. C'è una confusione totale su conti e bilanci. Forse questo management, che è poi quello che c'era prima, dovrebbe andare a casa». E pensare che nella semestrale Atac di due mesi fa andava tutto a gonfie vele.

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