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Smedile: il secondo decreto non arriverà

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Ilpresidente Zingaretti ha salutato con favore l'accordo della settimana scorsa tra la presidente Polverini e il sindaco Alemanno e ha ribadito la necessità non solo di battersi per far ottenere a Roma ciò che gli spetta ma anche di procedere con celerità alla più ampia riforma dell'area metropolitana. A spegnere gli entusiasmi tuttavia ci pensa il presidente della commissione capitolina per le riforme, Francesco Smedile: «Viste le scadenze imminenti e le grandi incertezze di tenuta del Governo, mi considero un cinico mutuando da un aforisma di Oscar Wilde la definizione di cinismo: "Il cinismo è semplicemente l'arte di vedere le cose come sono, non quali dovrebbero essere. Il secondo decreto di Roma Capitale non arriverà». Un allarme lanciato tempo fa proprio dal presidente della commissione Affari costituzionali della Pisana, Sbardella in risposta ad Alemanno su possibili "vendette" leghiste. Certamente, come ha detto Marco Di Stefano, gli Enti Locali sono tutti d'accordo sulla riforma di Roma Capitale. Peccato che l'accordo sia arrivato tardi. Il 21 novembre, termine per l'approvazione in Consiglio dei ministri del secondo decreto attuativo della riforma, pena la decadenza, è praticamente dietro l'angolo. Difficile credere che in un momento come questo a livello nazionale mentre si parla di licenziamenti e pensioni, si trovi la quadra su Roma Capitale. Gli enti locali avranno anche trovato un accordo di massima. Ma a due anni dalla legge che ne dettava i tempi, appare un alibi decisamente debole. Sus. Nov.

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