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E domani sit-in per la Madonnina distrutta

La statua della Madonna di Lourdes distrutta in via Labicana

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Un sit-in di riparazione davanti alla Basilica di Santa Maria Maggiore. Lo organizzano il Comitato Amici dell'Esquilino, il Popolo della Vita e Militia Cristi domani sera alle 19 contro il doppio gesto sacrilego: il Cristo sulla Croce con le gambe e un braccio amputati e la Madonnina fatta a pezzi; rubata dall'oratorio della chiesa dei Santi Marcellino e Pietro in Laterano. E scagliata con violenza su via Labicana durante il corteo degli indignati, il 15 ottobre scorso. «L'iniziativa vuole essere un atto di riparazione pubblica contro l'oltraggio sacrilego nei confronti della statua della Vergine Maria della Chiesa di San Marcellino e Pietro» spiega Alessandro Vallocchia, neo presidente per acclamazione dell'associazione Amici dell'Esquilino. «È stato un gesto inconcepibile - spiega Fabrizio Lastei, portavoce di Militia Christi - e chi come me, ha qualche anno in più degli altri ragazzi, sperava di vederlo relegato ai tristissimi anni bui, che corrispondono all'inizio della mia militanza politica cattolica quando le scuole erano infestate dei fautori della rivoluzione marxista e nell'ambito delle cui azioni rientrava il dileggio, l'asportazione e la profanazione dei simboli sacri». La statua della Madonnina di Lourdes che da 100 anni salutava i bambini nell'oratorio della Chiesa dei Santi Marcellino e Pietro non tornerà più sul piedistallo. Ma due giorni fa, in Vicariato, il cardinale Agostino Vallini, Vicario generale di Sua Santità, ha benedetto la nuova statua della Madonna e il Crocefisso donati dall'associazione Famiglie del Centro Italiano di Solidarietà (Ceis) don Mario Picchi. Lo stesso pomeriggio le sacre immagini sono tornate nella chiesa di via Labicana. Il parroco don Giuseppe Ciucci ha celebrato una messa cui hanno partecipato anche il sindaco Gianni Alemanno, il presidente della Regione Renata Polverini e il presidente della Provincia Nicola Zingaretti. «È stata una festa per la città - ha affermato il presidente del Ceis Roberto Mineo - abbiamo dimostrato che la violenza non può prevalere sulla devozione e sulla fede». «Il nostro è stato un gesto semplice fatto per amore» ha aggiunto il vicepresidente del Ceis Patrizia Saraceno.

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