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Alemanno sfida Bossi «Il federalismo non si attua con i ministeri al Nord»

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Undiscorso ampio, quello del sindaco Alemanno davanti all'assemblea dell'Anci che segue di qualche ora il convengo promosso dal gruppo dell'Udc in Campidoglio sulla riforma di Roma Capitale. Tematiche centrali non solo per dare finalmente un assetto costituzionale e istituzionale in grado di rendere le amministrazioni più funzionali e trasparenti, ma che assumono un'importanza quasi vitale (in clima di campagna elettorale) per i rapporti Pdl-Lega. O meglio Lega-Roma Capitale. «Attuare il federalismo non significa spostare i ministeri al Nord. I ministeri al Nord andrebbero aboliti - colpisce Alemanno - se pensiamo che il federalismo significhi solo tagliare le risorse agli enti locali, siamo sulla strada sbagliata perché i tagli poi si traducono in una riduzione dei servizi ai cittadini che vogliono invece vedere alleggerita la macchina dello Stato». Macro Regioni, dunque più forti e credibili da una parte, arrivare a una quadra con la Polverini per chiudere l'iter della riforma di Roma Capitale entro il 21 novembre dall'altra. Su uno e, soprattutto, sull'altro pesa la scure della Lega Nord. «La Lega può essere un problema» ha detto il sindaco riferendosi al decreto sui poteri di Roma Capitale. Un «problema» superato se le istituzioni locali riusciranno a presentare una proposta unitaria. E in questo la governatrice Polverini gioca un ruolo di primo piano. E mentre le commissioni comunali, provinciali e regionali sono a lavoro per confrontarsi su poteri e funzioni del nuovo ente, c'è chi pone ancora un problema di metodo. Il convegno di ieri promosso dal presidente della commissione Riforme istituzionali di Roma Capitale, Francesco Smedile (Udc), il vicepresidente della Regione Ciocchetti, il sindaco Alemanno, i consiglieri regionali dell'Udc Sbardella e Carducci. E proprio quest'ultimo, capogruppo alla Pisana, non manca di mettere un po' di pepe alla già complessa riforma. «Sull'ordinamento di Roma Capitale, l'Udc è da sempre per un assetto di area vasta. Anche per questo - dice Carducci - l'elaborazione dei decreti per Roma Capitale si sta svolgendo, invece, tra vertici istituzionali mentre occorre mettere in campo una condivisione più ampia nelle sedi consiliari e territoriali». Il pericolo ora è che la Lega possa trovare facili e strumentali alleati.

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