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Il papocchio delle nomine. Nulle quelle senza curriculum

Alemanno e Polverini

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La firma per la nomina del nuovo presidente e dell'amministratore dell'Astral da parte della presidente del Lazio, Polverini, è attesa per oggi pomeriggio. Luzzi e Coletti, il primo consigliere uscente alla Pisana del Pdl (area Gramazio) e il secondo attualmente in Atac (area Sammarco). Un accordo, quello sui vertici dell'Azienda che si occupa della manutenzione stradale per conto della Regione che anticipa quello più complesso su Cotral spa, ancora commissariato e che dovrebbe avere il suo nuovo presidente (Adriano Palozzi) alla metà di ottobre. Tutto risolto? Niente affatto. Una "distrazione" avrebbe infatti non solo bloccato ma reso del tutto inammissibili la maggior parte delle nomine contenute nei decreti firmati dal presidente del Consiglio regionale, Mario Abbruzzese. Molti dei "nominati" non hanno infatti presentato il curriculum, ovvero non avrebbero risposto al bando di partecipazione on line. Una "distrazione" davvero curiosa se si considera il fatto che la delibera con le 138 nomine di competenza consiliare per il rinnovo dei vertici di aziende ed enti regionali era ferma alla Pisana da settembre 2010. E nel pieno rispetto della legge di Murphy (se una cosa deve andare male sicuramente ci andrà) nel bel mezzo dell'agognata chiusura degli accordi politici faticosamente raggiunti in casa Pdl, ci si è messa anche la crisi dell'Udc. Non è sfuggita infatti la nomina di «tecnici» nelle caselle che sarebbero spettate al partito di Pierferdinando Casini nella quota romana. Una guerra interna tra le due faide centriste che tiene paradossalmente l'Udc in una stasi innaturale. La corrente romana che tende al centrosinistra, quella regionale che punta al centrodestra.   La prima battaglia è scoppiata sul tesseramento in corso ed è finita con la sospensione del reclutamento dei militanti a Roma. Un colpo basso che ha gelato gli animi e che ha di fatto aperto le ostilità al punto che si sono dovuti indicare tecnici nell'attesa che l'Udc indichi dei nomi. L'incapacità di tracciare una linea politica e programmatica del partito locale si ripercuote a pioggia su Roma. I due tecnici nel consiglio di amministrazione dell'Ama che Alemanno ha indicato nell'attesa di avere margini per un accordo con il partito di Casini restano ben saldi al loro posto, nonostante il sindaco avesse indicato settembre come il mese del Cda definitivo dell'Ama.

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