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Con Marco Falaguasta è «Due volte Natale»

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Tiberia de Matteis È instancabile Marco Falaguasta, reduce da una lunga e intensa stagione estiva in cui ha proposto la sua nuova commedia «È facile smettere di sposarsi se sai come fare», destinata a tentare di indagare, comprendere e risolvere le problematiche legate all'istituzione del matrimonio. Dal 20 settembre al 9 ottobre, l'attore, autore e regista ha il compito di inaugurare la stagione del centralissimo Teatro de' Servi in cui ha scelto di ripresentare un suo collaudato successo come «Due volte Natale», che è pronto a interpretare accanto a Marco Fiorini, Piero Scornavacchi, David Halevim, Stefania Cartechini, Irma Carolina di Monte, Shara Guandalini e Vasco Montez. L'attenzione ai comportamenti che regolano la nostra assurda e alienata società è sempre il punto di partenza e di arrivo della scrittura di Falaguasta, che in questo caso opta per una visione parodica che riesce a percorrere con ironia i difetti più macroscopici dell'uomo del nostro tempo, troppo spesso vittima di simulazioni che lo rendono incapace di creare una linea di contatto tra intenzione e azione, specie quando è in gioco il bene del prossimo e non un interesse squisitamente personale. Tutto ruota intorno alla figura di Zio Baldo, personaggio quantomeno stravagante, che invita i suoi nipoti Bibbo e Cristiano a trascorrere qualche giorno nella sua accogliente baita dispersa nelle montagne. I due ragazzi, nonostante da vent'anni abbiano perso ogni forma di relazione con il bizzarro parente, decidono di cogliere al volo l'occasione, non fosse altro per recuperare un po' di quell'affetto familiare del quale hanno sempre sentito la mancanza. Giunti sul posto, vengono però accolti dagli altrettanto curiosi componenti della famiglia dello zio, in una casa addobbata come se fosse Natale, nonostante il calendario dica, senza possibilità di smentita, che sia il mese di marzo. Sbigottiti, inizieranno a interrogarsi sulla singolare situazione, non senza qualche rimorso per essersi recati dallo zio Baldo. E cosa c'è di più adatto a creare atmosfere ed emozioni familiari della festa della natività in cui ognuno sente il bisogno e il piacere di un nido domestico, ripromettendosi di attingere a tutta la bontà e generosità possibile? Il Natale finto incombe e divora anche la realtà. È il periodo dell'anno in cui culminano bilanci affettivi e impegni dedicati ai parenti. Lo sviluppo dell'intreccio va scoperto in platea e lasciato alla riflessione divertita degli spettatori. «Non riesco a resistere alla tentazione di ridere delle nostre piccole e grandi ipocrisie», ama dichiarare il regista, che proprio da questo suo testo ha tratto anche un lungometraggio nel 2004. In un susseguirsi di colpi di scena e battute fulminanti, il lavoro di Falaguasta diverte e al contempo invita a meditare su quanto sia labile il confine fra normalità, spesso soltanto presunta tale, e diversità, nonché su come il loro scontro o confronto possa suscitare dubbi, paure e infingimenti. Funziona la credibile schiettezza con cui l'argomento viene affrontato e reso accessibile alla gente.

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