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La Polverini trova "casa" e punta al Pdl

Renata Polverini

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La Polverini cala le carte. Solo in parte però. Così, alla vigilia di una settimana decisiva, nella quale il sindaco Alemanno e la presidente della Regione torneranno a manifestare insieme contro la manovra del governo, i riflettori si accendono sui congressi locali del Pdl di fine novembre. Ad alcune domande poste ieri da Il Tempo, la governatrice ha in parte risposto: "Il congresso è sicuramente un momento importantissimo, perché i partiti hanno anima nel momento in cui si mettono in moto i congressi. Questo è un congresso vero, per il Pdl è il primo in cui è consentita una partecipazione democratica a tutti i livelli - ha detto la Polverini -. Quindi credo di avere il dovere di dare un contributo". Un ruolo per lei dunque ci sarà. Un "ritorno" a casa per Renata, o meglio un'entrata dalla porta principale che significa mettere una pietra tombale al progetto del partito "Città Nuove" che ha creato più di un problema. E anche per questo conviene seguire alla lettera una delle più elementari regole della politica: "Se non puoi battere il nemico fattelo alleato". Già, ma chi sono i nemici e chi gli alleati? Il primo congresso del Pdl sancirà quella "fusione" tra ex An ed ex Fi ormai indispensabile per continuare a far vivere il progetto di un grande partito unico di centrodestra. Evidente dunque che chi riuscirà a gestire le segreterie del Lazio e di Roma avrà la meglio sulle prossime elezioni. Alemanno ormai è in corsa libera. Dalla posizione di forza data dalla poltrona più alta della Capitale (e dopo aver ricucito con i Gabbiani di Fabio Rampelli) è in pole position. Il rapporto con la Polverini sembra rinsaldato, grazie anche alla contrarietà condivisa sulla manvora del governo. Ma non sarà sufficiente. A conti fatti, la Polverini, per storia e ruolo, appare più come alternativa ad Alemanno. Potrebbe allora pensare di partecipare al congresso in "autonomia" e poi giocarsi la partita direttamente all'interno del partito. Oppure, e sarebbe la strada più semplice, stringere un'alleanza con chi con Alemanno non vuole proprio stare: tra i primi in lista i "berluscones" che poco hanno gradito l'atteggiamento del sindaco nei confronti del premier. In quest'ottica la Polverini ha l'occasione di muoversi meglio. Alemanno, sempre ieri, ha ribadito la necessità di allargare la coalizione e da mesi media con Udc e Fli. La governatrice ha già dalla sua il partito di Casini e La Destra di Storace. Scontro diretto allora Polverini-Alemanno al primo congresso Pdl? Sullo scontro in pochi hanno dubbi. Che sia diretto, invece, in pochi ci scommettono. E chissà se la pesante assenza della Polverini ad Atreju c'entra qualcosa in tutto questo. Le giornate di confronto con i giovani Pdl con tutta la compagine del centrodestra sono da sempre organizzate dalla rampelliana Giorgia Meloni. Il ministro che aveva espresso il candidato a sindaco, poi vincente, di Terracina finito al ballottaggio con quello della Polverini. Rancore per il passato o strategia per il futuro? Solo un anno fa la Polverini, appena eletta governatrice del Lazio, aveva dichiarato contenta: "Atreju è un appuntamento di riferimento per il centrodestra, ci vengo da anni".

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