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Gioco erotico mortale, gli amici: "Lei voleva solo divertirsi"

Il luogo dove è morta la ragazza nella zona Fidene a Settebagni

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«A guardarla, nessuno avrebbe potuto sospettare cosa facesse davvero di notte». Loro però sì, gli amici di Federica sapevano. E ora, dopo l'inspiegabile epilogo, nella sala d'aspetto del reparto di terapia intensiva dell'ospedale Sant'Andrea, dove è ricoverata la ragazza, non si danno pace, s'interrogano sul fatto che, forse, avrebbero dovuto metterla in guardia, avrebbero dovuto parlarne ai genitori, insomma essere più attenti, non scambiare per innocuo passatempo un'abitudine che invece poteva costarle la vita. «Era come se esistesse anche una Federica parallela – raccontano quasi a voler ridimensionare la portata delle confidenze della ragazza – ci diceva che praticava lo Shibari solo per evasione, non per soldi, ma per divertimento, per fare qualcosa di diverso, nulla di preoccupante insomma. Pensare che l'altra sera, prima di uscire, ha chiesto se andavamo con lei, che finalmente ci avrebbe presentato il suo gancio». Praticava, gancio: non era la prima volta che Federica frequentava quel mondo. «Prima ballava come cubista in qualche locale di Testaccio, con questa cosa dei garage col gioco delle corde si è fissata solo qualche mese fa. Ci sembrava un po' strana, ansiosa, ma per il resto tutto come sempre, una normalissima studentessa di Psicologia dell'università Roma Tre: le piaceva la facoltà, leggeva molto». La doccia fredda per i genitori è stata doppia. Il fratello di Federica, in ospedale con la mamma ed il suo compagno, ha detto a questi ragazzi di correre in ospedale perché c'era stato un «piccolo incidente». Ma è bastato poco per capire: «Federica è una ragazza molto riservata, neanche con noi parlava molto di questa sua doppia vita, ma crediamo che la mamma qualcosa sospettasse, più che sorpresa per quanto successo sembra angosciata per non averlo impedito». «Quando abbiamo letto le prime notizie su quello che loro chiamavano incidente – continuano – siamo trasaliti, la zona corrispondeva a quella in cui Federica ci aveva invitati, e purtroppo avevamo ragione a pensare al peggio». Nella sala d'attesa solo preoccupazione e lunghi silenzi. I famigliari si abbracciano, si guardano, senza sovraccaricare il dramma di troppe parole, di troppi commenti. Ogni tanto alzano gli occhi al cielo e, quando ricevono rassicurazioni sullo stato di salute di Federica, allargano le braccia, come a chiedersi perché, perché farsi trascinare in questo giro. Federica non corre alcun pericolo di vita. È giunta in ospedale sotto choc, i medici – dopo un'approfondita visita ginecologica - l'hanno sedata e lasciata riposare. «Questa ora è l'unica cosa importante, per le spiegazioni ci sarà tempo», concludono ancora increduli gli amici.

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