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Altri 4 test positivi. Ma nessun malato

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Policlinico Universitario

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Quota sedici. I bambini nati tra il mese di marzo e quello di luglio al Policlinico Agostino Gemelli risultati positivi al test anti-tubercolosi sono sedici. Da ieri ci sono altri quattro casi. I genitori sono stati avvertiti e, come successo per i primi dodici neonati che sono venuti a contatto con il micobatterio, già da oggi riporteranno i propri figli davanti ai medici per esami più approfonditi. I piccoli vengono visitati dai dottori ed è effettuata una radiografia del torace. Se si evidenziano lesioni polmonari vuol dire che si sta sviluppando la malattia: il batterio inizia a replicarsi, crea una cavità nel bronco e da quel momento ogni colpo di tosse diventa uno strumento di contagio per chi è vicino al soggetto. In questo caso bisognerà cercare di isolare dall'espettorato (il catarro, ndr) il micobatterio della tbc. Per farlo c'è bisogno di eseguire numerosi esami microbiologici e una terapia complessa a quattro fasi. Il procedimento durerà mesi ma alla fine si torna in perfetto stato di salute. Ma la radiografia al torace può non evidenziare lesioni. E ciò succede nel maggior numero di casi grazie alle difese immunitarie. Del resto hanno il micobatterio della tbc 2 miliardi di persone al mondo e la stragrande maggioranza di queste non si ammalerà mai: essere positivi ai test, o infetti, non significa essere malati. Per questi casi, dunque, dopo la radiografia toracica inizia la profilassi. Quest'ultimo schema di prevenzione della malattia sta riguardando proprio i neonati trovati positivi perché non sono malati. Tornando a loro, dei sedici ben nove sono venuti alla luce a luglio, cinque a marzo e due ad aprile. C'è sempre il caso della piccola Serena, nata il 22 marzo al Policlinico e ricoverata per tubercolosi al Bambino Gesù dal 15 luglio. I medici, però, non sanno dire se Serena è stata contagiata dall'infermiera del reparto di Neonatologia del Gemelli che si ammalata di tbc dopo esser stata a contatto con 1271 bambini durante le sue ore di lavoro. La Regione Lazio, che assiamo alla Asl RmE sta coordinando il richiamo dei piccoli, precisa che ieri sono stati fissati altri 160 appuntamenti, per un totale di 860. È confermato, quindi, che entro il 31 agosto tutti i 1271 bambini a rischio saranno controllati nelle tre strutture che si sono messe a disposizione: Policlinico Gemelli (dal lunedì al sabato, dalle 8 alle 16.30), ospedale San Camillo (lunedì-sabato 8-12.30), ospedale Bambino Gesù (lunedì-sabato 8-16). L'infermiera malata che ha scatenato il caso, intanto, continua le cure. Ricoverata all'ospedale Spallanzani sta migliorando ma non può ancora essere dimessa perché contagiosa.

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