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Rogo Tiburtina treni nel caos

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Caos e disagi dopo l'incendio alla stazione Tiburtina

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«Qualcosa non ha funzionato, questo mi sembra chiaro», dice un investigatore. Qualcosa andato storto che ha provocato un incendio durato 15 ore nella seconda stazione più grande di Roma, il futuro fulcro dell'Alta velocità. Chi indaga sul rogo a Tiburtina è in attesa dei risultati dei rilievi tecnici dei vigili del fuoco e della polizia scientifica nell'edificio della sala operativa consumato dalle fiamme. Potrebbero volerci giorni per averli: non è facile operare in una palazzina che rischia di crollare. Nel frattempo si affacciano ipotesi sulla base dei primi accertamenti. «Malfunzionamento di un impianto» è quella avanzata in ambienti investigativi. Si fa notare che le stesse Ferrovie dello Stato, in un comunicato, parlavano ieri di sistemi che non avevano preavvertito di quanto stava per accadere. Il furto di rame dai cavi come causa anche indiretta dell'incendio, indicata come possibile dalle Fs, non riscuote al momento molto credito. I vigili urbani hanno sequestrato in un campo nomadi a Roma un quintale di rame, tra cui diversi cavi elettrici. Verificheranno se sono stati rubati a Tiburtina. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo contro ignoti ipotizzando il reato di incendio colposo, ma senza escludere il dolo o la manomissione. Insomma, si indaga ad ampio spettro. Il pm Barbara Sargenti, che oggi ha fatto un sopralluogo alla stazione Tiburtina, attende il rapporto del Nucleo investigativo antincendio (Nia) dei pompieri di Roma e affiderà una perizia a un esperto di ingegneria elettronica. Bisognerà soprattutto capire da dove sono partite le fiamme che hanno distrutto la centrale operativa e la vecchia palazzina che la ospitava. Alle inchieste della magistratura e delle Fs - oggi due componenti della commissione di Rete ferroviaria italiana(Rfi) sono stati nell'area dell'incendio - se n'è aggiunta un'altra del ministero dei Trasporti. L'ha disposta il ministro Altero Matteoli, pronto a riferire in Parlamento sul rogo a Tiburtina. Soddisfatto il sindaco di Roma Gianni Alemanno, che aveva chiesto l'intervento del ministero. «Chi sbaglia paga», ha detto il sindaco. «Mi chiedo come sia possibile che nel cantiere più importante d'Italia - ha aggiunto sbilanciandosi -, nel cantiere vitale per la mobilità del nostro Paese non ci siano stati o adeguati controlli o adeguate prevenzioni rispetto agli incidenti. Questo non è possibile».  

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