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Giù le mani dai ministeri. Nuovo scontro con la Lega

Roma, veduta dall'alto

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Inaccettabile, una regressione feudale, una inutile parata di fine regime, uno spreco di soldi pubblici per un vezzo ideologico, un evento mediatico. Sono solo alcuni commenti della politica capitolina all'apertura di quattro sedi distaccate di ministeri a Monza che entreranno "in servizio" dal primo settembre. Quattro stanze che hanno unito in modo assolutamente trasversale i politici romani. Durissima la dichiarazione del sindaco Alemanno: «Quello che è avvenuto a Monza rimane inaccettabile da tutti i punti di vista. Anche se la Lega, dopo la vittoria delle mozioni parlamentari a favore di Roma Capitale, ha dovuto ripiegare dall'iniziale proposta di spostare sedi dei Ministeri al nord alla semplice creazione di "uffici decentrati" e "sportelli del cittadino", l'iniziativa è impresentabile sia sul piano simbolico sia sul piano sostanziale. L'esatto contrario - spiega Alemanno - dello spirito autentico del federalismo che affida in modo esclusivo alle Regioni e agli Enti Locali il compito di fare da tramite tra il territorio e i Ministeri centrali, salvo gli uffici coordinati dalle Prefetture attraverso gli Uffici Territoriali di Governo. Anche dal punto di vista simbolico l'iniziativa leghista appare come un patetico tentativo di tenere in piedi un feticcio di polemica antiromana ed è ancora più grave che a tutto questo partecipino anche dei ministri del Pdl». Dello stesso avviso i parlamentari Pdl, Piso, Saltamartini, Biavia e Castro: «In uno Stato che va assumendo configurazione federale il trasferimento di sedi ministeriali in luoghi innaturali è volgare e sbagliato». E ancora, il capogruppo in Campidoglio Pdl, Luca Gramazio: «Ridurre iniziative istituzionali a un livello da sagra della porchetta, inaugurando dei palazzi vuoti, sfiora il grottesco».  Picchia duro anche il presidente della Provincia, Nicola Zingaretti: «È stupefacente che la leadership della destra mentre colpisce duramente le famiglie con tasse e tagli, butti e sprechi soldi pubblici per un vezzo ideologico con questa pagliacciata degli uffici ministeriali. Volevano decentrare poteri e si sono ridotti ad aumentare e complicare la burocrazia per questioni di potere». Per Vincenzo Maruccio, dell'IdV «tra i gridolini inutili di Alemanno e Polverini, la Lega inaugura uffici di rappresentanza di alcuni ministeri spacciandoli per qualcosa di più. Una inutile parata di fine regime». E poi il leader dell'Api e consigliere capitolino, nonché ex sindaco, Francesco Rutelli: «Le sedi ministeriali leghiste? Una pagina patetica di provincialismo». La bagarre va però ben oltre la città eterna, e tra chi richiede ministeri al Sud e chi, invece, minaccia di non sostenere il governo, Roma Capitale acquista un altro prezioso, dovuto credito: la riforma per renderla immune anche da queste inspiegabili trovate elettorali dell'oltrepò.

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