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Class action contro Acea

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ChiaraRai NEMI Senz'acqua per quattro giorni a Nemi e parte di Velletri, al confine con il paese. I cittadini hanno portato la propria rabbia in piazza. Si è fondato un Comitato di circa 20 famiglie e due giorni fa si è tenuta la prima riunione dove si sono gettate le basi per mettere in piedi una class action contro il gestore Acea. Non si tratta del primo disservizio di stagione. «Ad aprile l'acqua è mancata per un totale di 15 giorni - racconta Marco Borzi che risiede a Nemi dagli anni ‘80 - a maggio per 12, a giugno per 20 e nel mese in corso sono già 11 giorni. L'acqua viene a mancare improvvisamente senza che il flusso diminuisca in maniera progressiva, insomma sembra quasi che il gestore chiuda sistematicamente i rubinetti ogni week end. Il signor Casari, responsabile Acea della zona non ci sa dare informazioni. Ciascun Comune ha un responsabile Acea che decide autonomamente se potenziare o meno il flusso idrico. Inoltre, non esiste una mappatura delle utenze e c'è confusione sulle competenze e gli interventi del gestore. E noi paghiamo». Di fatto, Acea non avvisa gli utenti riguardo ai tempi di durata dei disservizi e tantomeno è preciso sulle modalità di intervento delle autobotti, «siamo nel terzo mondo - dice Marco Zega, altro residente - siamo riusciti a ottenere un rifornimento solo grazie all'intervento della polizia municipale che ha sollecitato, con dei fax all'Acea, l'autobotte». A Monte Artemisio il gestore di un albergo ha preso dei calmanti dopo aver perso novanta clienti americani: «I clienti stanno andando via - ha detto Stefano - e non torneranno più perché hanno detto che neppure nelle zone desertiche degli Stati Uniti manca l'acqua per quattro giorni di seguito». Ma Acea continua a dichiarare, ormai da giugno, che una squadra è già al lavoro per riparare una condotta che rifornisce Nemi.

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