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Il Pd scalda i motori: Sei mesi per il candidato

Il Campidoglio, Roma

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La crisi «rosa» che ha investito la giunta Alemanno, proprio nel momento in cui aveva incassato il successo della candidatura olimpica e messo a punto il piano di riassetto della maggiore azienda capitolina, l'Atac, ha ridato forza ed entusiasmo al maggior partito di opposizione. Così il Pd, in clima gioviale e non solo per il consueto appuntamento della Festa dell'Unità, affila le armi e pensa al prossimo futuro. A fare notizia sono le parole dell'eurodeputato David Sassoli, guarda caso indicato da una parte del Pd come possibile candidato a sindaco qualora Zingaretti dovesse essere chiamato a sfide oltre raccordo anulare. «Non c'è tempo da perdere. Per la corsa per il Campidoglio il centrosinistra ha sei mesi di tempo per mettere in moto un percorso di coinvolgimento e partecipazione dei cittadini - dice Sassoli -. Lo devono fare tutti coloro che hanno responsabilità e si sentono classe dirigente alla Regione, alla Provincia, al Comune e nei municipi. Siamo in presenza di un sindaco non all'altezza e noi abbiamo il dovere di farci trovare pronti, sapendo però che non è con uomini soli al comando che vinceremo questa sfida. Nei prossimi mesi va aperta una fase nuova di partecipazione, altrimenti saranno primarie tra coloro che credono nella centralità del Pd e chi è preoccupato solo della conservazione. Il mio impegno è perché in una coalizione di centrosinistra il nuovo sindaco di Roma sia un uomo o una donna del Pd, che crede in questo progetto». Una sfida importante quella lanciata da Sassoli che «torna» nella Capitale più agguerrito che mai. E in sei mesi possono accadere molte cose. Intanto il capogruppo Pd Marroni continua la «guerra» di trincea e invita Alemanno a riferire della crisi in Assemblea capitolina oggi stesso. E la consigliera capitolina Cirinnà promette un nuovo ricorso al Tar se le donne in giunta dovessero essere soltanto due.

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