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Giunta annullata Entra la Sensi

Gianni Alemanno

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La doccia fredda è arrivata qualche minuto prima delle dieci di ieri mattina. La sentenza del Tar sulle quote rosa della giunta di Roma Capitale era attesa entro sette giorni. E in pochi avrebbero scommesso su una sentenza a favore del sindaco: la «sensazione» che i giudici amministrativi si sarebbero pronunciati per i ricorrenti e indicato dunque ad Alemanno di riequilibrare il rapporto uomo-donna nell'esecutivo capitolino era quasi certezza. Si pensava dunque a un fine settimana di incontri politici e riunioni tecniche per sciogliere il nodo più grosso: non tanto l'ingresso dell'ex presidente della As Roma, Rosella Sensi, già dato praticamente per certo, quanto su chi «sacrificare» tra gli undici assessori uomini. Invece non solo la sentenza è arrivata dopo appena due giorni dall'annuncio del rinvio ma la sorpresa più raggelante è stata la decadenza dell'intera giunta capitolina. E che i giudici si sarebbero spinti fino all'azzeramento dell'intero esecutivo della Capitale, francamente, non se lo aspettava proprio nessuno. Per questo il tam tam delle telefonate e delle riunioni è stato convulso. Decisivo sarebbe stato il vertice Pdl in via dell'Umiltà di Alemanno e, tra gli altri, i coordinatori del Pdl Denis Verdini Ignazio La Russa, il ministro Gianfranco Rotondi, il vicesindaco Mauro Cutrufo, dato nel totonomine tra gli uscenti insieme ad Alfredo Antoniozzi. Unici due assessori ad avere il doppio incarico. L'incontro tra i «big» avrebbe infatti blindato entrambi. Tanto che poco dopo Alemanno decide di tirare fuori il coniglio dal cilindro, presentandosi con Rosella Sensi alla conferenza stampa sul turismo indetta proprio da Cutrufo. Una mossa a sorpresa, ben riuscita nell'intento. «L'ho fatto per te», avrebbe detto al suo vice. E infatti, incalzato dalle domande Alemanno rassicura: «Il fatto che siamo allo stesso tavolo con il vicesindaco smentisce le voci secondo cui dovesse essere lui la vittima sacrificale. Quello su Cutrufo è un vostro teorema. È vicesindaco e faceva parte del ticket elettorale». Archiviata la pratica? Difficile dirlo. Certamente la nuova giunta - verrà presentata entro martedì, ha annunciato Alemanno - conterà l'ingresso della Sensi, che si occuperà della promozione dell'immagine e dello sviluppo di Roma Capitale non soltanto in relazione alla candidatura della città alle Olimpiadi e Paralimpiadi 2020 ma anche in relazione all'attuazione dei grandi progetti necessari alla modernizzazione della Capitale. Si tratta di una nuova delega. Ecco allora che al gioco dei nomi sui possibili uscenti si aggiunge il sudoku delle deleghe. Per uno che esce ce ne sarà almeno un altro che dovrà lavorare il doppio. «Una sentenza non giusta, nello Statuto non è specificato il numero delle donne da inserire in giunta, il che implica una discrezionalità del sindaco - ha poi commentato il primo cittadino - Fatta questa premessa rispetto la decisione del Tar, non faremo ricorso e quindi nomineremo la nuova giunta in cui la rappresentanza femminile sarà aumentata». Un altro fiocco rosa oltre la Sensi? E se le quotazioni di Cutrufo scendono, così come quelle di Antoniozzi, più di un esponente di partito avrebbe fatto riflettere Alemanno sull'opportunità di ritirare uno dei suoi: «Considerato anche la Sensi entra in quota sindaco, a fare un passo indietro dovrebbe essere proprio lui». Non si escludono però altri colpi di scena: si susseguono voci anche su Cavallari (Augello) e Corsini (Cicchitto). In realtà l'unica che può trascorrere un tranquillo fine settimana di relax è Sveva Belviso, la sola assessora della giunta capitolina rimasta dopo l'uscita di Laura Marsilio.

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