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La vigilessa a Pollica nelle ore del delitto del sindaco Vassallo

Angelo Vassallo

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Due dei tre presunti killer di Cecchina, Sante Fragalà e Sonia Pisani (il terzo è Agatino Mascali), sono stati a Pollica, nel Salernitano. Erano lì nelle ore in cui è stato ucciso il sindaco pescatore Angelo Vassallo, 57 anni. Lo stesso che nei giorni precedenti all'agguato incontrò il padre di Sonia, il generale dei carabinieri in pensione Domenico Pisani, già capo di Stato maggiore e tra i fondatori del Ros, assieme ai due imprenditori, i fratelli Esposito. I telefoni cellulari di Pisani, 43 anni, e Fragalà, di 37, pare fossero agganciati alle celle nel Salernitano quando i killer hanno ucciso il sindaco con nove colpi di pistola. L'ipotesi è un altro tassello suggestivo che si aggiunge ai sospetti da chiarire sul conto del siciliano Sante Fragalà, vicino ai clan mafiosi catanesi, e della vigilessa di Cecchina, ex guardia giurata, sorella di un maggiore della Guardia di finanza, di una donna vice questore, della polizia e in passato legata a due ufficiali dei carabinieri. Coincidenze? Casualità? Possibili relazioni tra gli indagati per il duplice omicidio di Cecchina del 29 maggio scorso, alle porte di Roma, e l'assassinio dell'uomo politico del settembre 2010? Oppure solo «illazioni», come le ha definite il procuratore capo della Direzione distrettuale antimafia di Salerno, Franco Roberti, che ha incvontrato i colleghi romani? La novità investigativa fa parte delle indagini che sono state avviate dai carabinieri di Roma proprio per accertare eventuali legami tra i fatti di sangue di Cecchina e Pollica. Si è detto che il generale, originario di quelle parti, insieme con gli Esposito avrebbe visto il sindaco per chiedergli la licenza edilizia a costruire uno stabilimento balneare, nulla osta che Vassallo però avrebbe rifiutato. Il fratello del sindaco, Claudio, riferì quella circostanza: «Due, tre giorni prima di essere ammazzato mio fratello mi aveva detto che esponenti delle forze dell'ordine erano in combutta con personaggi poco raccomandabili». Le armi sono l'altro capitolo da verificare. I militari infatti hanno delegato gli esperti del Ris per stabilire se l'arma calibro 9x21 di proprietà della vigilessa è stata usata nel delitto di Angelo Vassallo avvenuto prima delle 23 sulla strada che da Pollica conduce ad Acciaroli, dove lui abitava. La pistola non era nell'appartamento di Cecchina dove lei abita col suo convivente Fragalà. Era lontana, a Palermo, in mano a un ufficiale della Guardia di finanza. Quando i carabinieri sono stati a trovarlo, in un primo momento lui avrebbe consegnato la 9x21 smontata e senza canna, priva del pezzo dal quale passa il proiettile e sul quale viene impressa la filettatura in grado di rendere il colpo riconoscibile come fosse una impronta digitale. La canna sarebbe uscita fuori dopo varie insistenze da parte dei militari. Il finanziere è stato denunciato per dettenzione illegale di arma.

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