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Blitz in casa dei rapinatori fucilata contro i carabinieri

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Potevauccidere il romeno che ha sparato con un'arma a canne mozze, un Benelli calibro dodici con matricola abrasa. La rosa di pallini ha sfiorato i due sottufficiali della stazione di Campo di Mare e si è conficcata nel muro dell'abitazione di Ceri, nella zona di Cerveteri. Tre i romeni in manette: Sorin Natase, 36 anni (è lui ad aver premuto il grilletto), Bostina Marinel Lupu, di 21 (l'altro che era in casa) e Georgel Hutu, 29 anni. E da lui che il 17 giugno sono partite le indagini dei carabinieri della stazione di Ponte Galeria, coordinate dal comandante della Compagnia di Ostia, il capitano Sebastiano Arena. Sull'Aurelia, tre prostitute romene denunciano la rapina da parte di tre connazionali scesi da un'auto Nissan con targa spagnola. Armati di mazze da baseball, le hanno minacciate facendosi consegnare 1.100 euro. Dalle prime descrizioni i militari capiscono di chi si tratta. Almeno uno di loro è Georgel Hutu, già espluso nel 2009 perché accusato di riduzione in schiavitù e sfruttamento della prostituzione. Gli investigatori lo trovano in un bar di Ladispoli. Il pregiudicato prova a sfuggire all'identificazione mostrando documenti d'identità falsi. Il trucco non riesce. C'è l'auto, la targa spagnola, mancano gli altri due romeni. Dal bar, i carabinieri passano alll'appartamento nelle campagne di Ceri, nella zona di Cerveteri. Sono le tre di notte. Suonano, un romeno apre, vede le divise e prova a richiudere ma non ci riesce. I due militari entrano nella stanza buia e all'improvviso parte la fucilata. Per fortuna va a vuoto. Viene fermato Sorin Natase, 36 anni, assieme al connazionale Bostina Marinel Lupu, in un'altra stanza della casa dove si trovano anche tre prostitute romene. A vario titolo i tre sono accusati di rapina, sfruttamento della prostituzione e tentato omicidio. Fab. Dic.

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