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«Vietare gli spot sulle auto veloci»

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.Ma c'è anche un aspetto che riguarda il costume, i valori (o i disvalori) che la società trasmette e impone con i suoi messaggi, specialmente quelli commerciali. E allora, per il leader de «La Destra» Francesco Storace, è da lì che bisogna cominciare. Ad esempio, proibendo la pubblicità che punta ad attrarre il consumatore con spot su auto veloci e sostituirla con una che privilegia la sicurezza del mezzo di trasporto. Che cosa l'ha colpita di più nella scarcerazione del romeno che ha travolto e ucciso un sedicenne a Nettuno? «L'imputazione. Molto inferiore a quella che si dovrebbe prevedere. Se ti metti al volante ubriaco il reato di omicidio colposo non è adeguato. Se lo fai sei un delinquente. L'omissione di soccorso, poi, è un dato ancora più grave». È una semplice questione legislativa? «No. La nostra società trasmette il mito di un'auto veloce invece che di un'auto sicura, di un uomo di successo invece che di un uomo di valore. Questo rende ancora più debole un soggetto straniero che viene nel nostro Paese nel tentativo di migliorare la sua condizione e cede più facilmente ai disvalori della società consumistica. Infine, molti sanno che in Italia non esiste la certezza della pena e questo è diseducativo». Il segretario romano di Fiamma Tricolore Tersigni ha detto che se fosse il padre del ragazzo ucciso si farebbe giustizia da solo e sparerebbe al romeno «mentre si scola l'ennesima birra». Condivide questo pensiero? «In questi casi il rischio di giustizia sommaria da parte dei parenti delle vittime esiste. Ma non si può affidare ai familiari questo onere, che invece spetta all'intera comunità e allo Stato». Che ne pensa della proposta di legge sull'istituzione del reato di omicidio stradale, che prevede un aggravamento delle pene e il ritiro a vita della patente quando la sentenza è passata in giudicato? «È un'idea intrigante. Chi sta in Parlamento dovrebbe prenderla seriamente in considerazione. Da troppo tempo questi delitti restano impuniti e il danno sociale è enorme». Vi farete parte diligente per portare avanti questa proposta? «La Destra organizzerà una raccolta di firme per una petizione popolare in tal senso. E anche il Consiglio regionale, di cui faccio parte, potrebbe proporla al Parlamento nazionale». Crede che si possa fare di più anche nel campo della prevenzione e dei controlli? «Certamente. E le istituzioni possono avere un ruolo importante. La sicurezza è un problema sociale e politico ed è una spesa socialmente necessaria». E nella questione-sicurezza rientra anche il discorso della pubblicità? «Senza dubbio. Porre il problema della sicurezza significa anche sollecitare un intervento normativo per proibire certi spot».

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