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Un morto e 452 feriti per lo scontro tra metrò In quattro a giudizio

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Questii reati per i quali, a seconda delle singole posizioni processuali, il giudice Giovanni De Donato ha disposto il rinvio a giudizio di quattro persone imputate nell'ambito dello scontro tra due vetture della metropolitana avvenuto il 17 ottobre del 2006 all'altezza della fermata della linea A di piazza Vittorio Emanuele. Quel giorno un convoglio andò a sbattere contro un altro. Di fatto è stata accolta la richiesta del pubblico ministero Elisabetta Ceniccola nei confronti del macchinista Angelo Tomei, e di tre funzionari all'epoca dei fatti della società Metro, Gennaro Antonio Maranzano, Roberto Gasbarra ed Ernesto De Santis. A causa di quanto avvenuto quella mattina, ed in seguito alle gravi ferite riportate al capo, perse la vita la giovane ricercatrice universitaria Alessandra Lisi. Oltre a lei furono ferite 452 persone, con prognosi da uno a 60 giorni. La prima udienza del processo è stata fissata per il 21 novembre prossimo. In base all'imputazione formulata dal pm Ceniccola, Tomei avrebbe disattivato «in carenza di presupposti il sistema di sicurezza continuo Atp in maniera tale da poter superare il limite di velocità di 15 km/h». I segnali indicavano «rosso permissivo». Secondo questa ricostruzione Tomei portò il convoglio alla velocità di 52 km/h e pur frenando andò a «collidere» con l'altro treno a velocità di 42 km/h.

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