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Colleferro, suicidio del Pd. Riconfermato Mario Cacciotti

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Il sindaco uscente Mario Cacciotti, candidato del centrodestra, ha vinto con un ragguardevole 57%. Il primo degli avversari, Emanuele Girolami sfidante portabandiera del Parito democratico, raggiunge appena il 25% dei consensi. Merito del lavoro svolto negli ultimi cinque anni dal sindaco uscente e ricandidato? Può darsi. Mario Cacciotti, in effetti, durante tutta la campagna elettorale si è detto soddisfatto di quanto la sua amministrazione sia riuscita a realizzare in un Comune costretto a fronteggiare la pesante crisi del polo industriale (Alstom), il fallimento del Consorzio Gaia, che ha messo in ginocchio la raccolta rifiuti in tutto l'hinterland e la questione dell'inquinamento del fiume Sacco. Tre spine nel fianco che hanno reso quanto mai difficile governare la città. Due crisi, quella ambientale e quella occupazionale che nel primo mandato da sindaco di Colleferro Cacciotti ha dovuto affrontare non senza momenti di grande tensione. «Questi cinque anni - ha detto il sindaco rieletto - sono stati anni impegnativi e, a volte, anche di grande difficoltà, ma sono soddisfatto perché abbiamo ottenuto molti risultati. Oggi la popolazione ha premiato la continuità del mio lavoro, ringrazio i cittadini per questa seconda opportunità». In realtà a pesare davvero in queste amministrative 2011 sono state le lacerazioni del Pd, sono stati i democratici divisi in numerosi Comuni dell'hinterland da guerre intestine. Più che a una tornata elettorale è sembrato di assistere a una faida tra fazioni, a un regolamento di conti. A Colleferro come a Mentana, Valmontone e Genzano, partite in bilico e finite male. Il motivo? Quelle solite spaccature interne che hanno mandato all'aria la corsa del centrosinistra. Tra i protagonisti del fallimento politico nell'area casilina, tanto quanto quello Valmontone, i consiglieri regionali Astorre e Ponzo, il consigliere regionale Leodori e il deputato Carella che con il loro candidato non hanno fatto altro che dividere la sinistra e, di conseguenza, i voti. Una dispersione fatale. A Colleferro con Girolami dell'Italia dei Valori che non è piaciuto a tutti. Così i contestatori hanno puntato sul civico Claudio Gessi (14,7%), un errore costato la sconfitta. In corsa c'era anche la novità assoluta di queste elezioni comunali, la lista rosa «Sedici donne per Colleferro» guidata dall'avvocato Alessia Sabene che però non ha sbancato (2,41%). In effetti la vera contesa, fin dall'inizio, è stata quella targata Cacciotti (Pdl) - Girolami (Pd) che ha visto il secondo capitolare di fronte alla compattezza del centrodestra. Un errore grave lo stesso compiuto, per esempio, a Valmontone dove il candidato Pdl Egidio Galvano ha ottenuto il 50% dei voti contro il 34% di Roberto Viganò, candidato poco gradito a quei soliti contestatori della sinistra che invece hanno scommesso su Attiani (16%) portando via preferenze decisive. Un «suicidio» del centrosinistra che ha permesso a Cacciotti di tentare e stravincere il bis.

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