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Terremoto? Solo sul web

Terremoto previsioni

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Qualcuno fa girare su internet una previsione: l'11 maggio 2011 un terremoto colpirà Roma. La voce prende piede. Viene attribuita a Raffaele Bendandi, un autodidatta e appassionato di terremoti nato a Faenza nel 1893 e morto 32 anni fa. Centinaia di romani cominciano a preoccuparsi. Si moltiplicano le discussioni nei blog e su Facebook. C'è persino chi decide di prendersi le ferie e di passare un giorno fuori città. Poi si scopre che Bendandi non ha mai fatto quella previsione. Chi ha fatto girare quella voce ha preso a pretesto l'allineamento di cinque pianeti (Giove, Marte, Mercurio, Venere e Saturno) che sta avvenendo proprio in questi giorni. Secondo le teorie di Bendandi, infatti, gli allineamenti planetari e la loro forza di attrazione gravitativa avrebbero effetti diretti sui terremoti. Purtroppo, si tratta di una teoria rigettata dalla Scienza. L'11 maggio è domani e l'ansia da terremoto non si è placata. I ricercatori dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), allora, sono stati costretti a chiarire alcuni punti: Bendandi non ha mai fatto la previsione del'11 maggio e, anche se lo avesse fatto, non esiste alcun supporto scientifico alle sue teorie. Lo abbiamo sentito dire più volte. I ricercatori lo hanno ribadito anche ieri: i terremoti non si possono prevedere. Tantomeno, domani a Roma. Il direttore del Centro nazionale terremoti dell'Ingv, Giulio Selvaggi, e il ricercatore Alessandro Amato sono sicuri: «I romani non devono avere paura, il rischio di un forte terremoto a Roma è molto basso». I sismologi dell'Ingv sono anche andati a fare visita a Paola Logorio, presidente dell'Osservatorio che porta il nome di Bendandi, e hanno scoperto che non vi è alcuna traccia di documenti che provino questa predizione. La teoria di Bendandi, inoltre, è facilmente confutabile. Basta guardare i cinque terremoti più grandi degli ultimi cento anni in Italia: Messina 28 dicembre 1908, Avezzano 13 gennaio 1915, Friuli 6 maggio 1976, Irpinia 23 novembre 1980 e L'Aquila 6 aprile 2009. In nessuno di questi casi i pianeti erano allineati. Ma allora come è circolata la voce di un terremoto nella Capitale? Lo psicologo Massimo Crescinbene ha una sua spiegazione: «Questi rumors nascono per la necessità di spiegare in modo semplice temi complessi. Poi si evolvono. È come un passaparola. L'ultimo anello della catena dirà sempre una cosa diversa dal primo». Il direttore dell'Ingv è lapidario: «Queste previsioni ci sono sempre state. Ad esempio, ce ne è un'altra per il 21 maggio di quest'anno. E l'anno scorso, in occasione di San Pancrazio, ai Castelli romani doveva crollare tutto. Invece non è accaduto niente». Le scosse sono quotidiane. Ieri, ad esempio, ci sono state vibrazioni tra l'Abruzzo e il Frusinate. L'epicentro a Pescasseroli con scosse che hanno toccato 2.2 e 2.7 gradi della scala Richter. In Italia, ieri a mezzogiorno, c'erano già state 21 scosse di bassa entità. «L'unica previsione che si può fare è legata a ciò che dice il passato - spiega Amato - le zone più a rischio sono quelle lungo l'Appenino (grafico a fianco, ndr) dove sono stati registrati i terremoti più frequenti». Chi deciderà di non andare al lavoro domani, quindi, lo farà solo per scaramanzia.

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