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Il Pd parte all'attacco dell'Acea E riapre le trattative col sindaco

Acea

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Curioso come, improvvisamente, una parte del Pd capitolino si sia interessato nel giro di pochissimi giorni all'azienda più importante di Roma, l'Acea. Che, è bene chiarire subito, è quotata in borsa e dunque soggetta a regole ben diverse dalle aziende partecipate al cento per cento dal Campidoglio, come ad esempio Atac e Ama. Eppure, tutte e tre sembrano legate da un sottile filo rosso. L'Atac ha appena rinnovato il suo vertice grazie a un accordo bipartisan con una parte del partito democratico; l'Ama dovrà rinnovare il consiglio di amministrazione entro un mese, mentre il destino di Acea è appeso al referendum del 12 giugno sulla privatizzazione o meno dell'acqua. E non si tratta di tre aziende qualsiasi, trasporto pubblico, igiene urbana, acqua, luce e gas. Si parla di tutto. Soprattutto di tre decisivi motori elettorali. Premesse importanti queste, per chiarire come l'ultimo polverone alzato da una parte del Pd (i più "accaniti" sono i dalemiani) ha un sapore squisitamente politico e ben poco economico. Un paio di giorni fa lo «scandalo» della sponsorizzazione Acea all'Ostia Filmfestival, nel quale il noto attore Lando Buzzanca (fratello del capo ufficio stampa di Acea) fa parte della giuria. Ieri il sempre attivo consigliere capitolino del Pd, Athos De Luca, insieme ai colleghi Masini e Valeriani, ha puntato il dito sulle auto blu utilizzate in Acea. E, fatto non secondario, anche il capogruppo capitolino Marroni ha commentato una dettagliata nota sul bilancio diffusa dall'Associazione Piccoli Azionisti di Acea nella quale si citano spese improduttive e i debiti a lungo e medio termine di Acea per un ammontare di 2 miliardi e 475 milioni di euro. Una somma salita nell'ultimo bilancio di ben 639 milioni di euro. Numeri sui quali poi è intervenuto l'Ad dell'azienda di piazzale Ostiense, Marco Staderini che smentisce con forza la cifra, diffusa dalla nota del capogruppo Marroni, di oltre 33 milioni spesi per le auto blu. «La spesa annuale relativa a tutto il parco autovetture - dice Staderini - incluse le auto dei dirigenti e del personale che si muove sull'intero territorio, ammonta a 6,4 milioni di euro». Ma se i conti economici si faranno in un altro momento (e in altre sedi), quelli politici si faranno prima. Sorprende come il Pd si accorga soltanto ora dell'AceApa che negli anni ha messo sotto i riflettori diversi «nei» dell'azienda, dai contatori elettrici alle bollette pazze dell'acqua. A quel tempo però in Campidoglio si taceva. E la notizia delle dimissioni del presidente della Marco Polo (società mista Ama-Acea) Fuscon non fa che rianimare un dibattito sin troppo acceso e riaprire il tavolo delle trattative. Queste però si fanno ben lontano dai riflettori.

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