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Bloccate nomine Ater e Asp Scontro tra consiglio e giunta

Roma, veduta dall'alto

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Non solo piano casa a scaldare gli animi dei consiglieri regionali.. Anzi. Più passa il tempo e più l'ostruzionismo al piano assume contorni squisitamente politici e non di merito. Tanto che, sembrerebbe, la stessa presidente Polverini avrebbe dato un aut aut ai capigruppo, «minacciando» di non far passare più alcun provvedimento in un'aula così «ostile». I rapporti tra consiglio e presidenza in effetti non sono mai stati idilliaci, riflesso evidente di un rapporto con i partiti che di fatto segna pochi successi e troppe sconfitte. A scaldare gli animi degli eletti alla Pisana in un periodo così delicato come quello che precede l'apertura della campagna elettorale per centinaia di comuni laziali sono due (enormi) nodi ancora irrisolti: gli accordi sulle candidature a sindaco in diverse amministrazioni e le 138 nomine di componenti diversi collegi dei revisori dei conti dei parchi regionali, dei consigli di amministrazione delle Ater del Lazio, Laziodisu, Agenzia di Sanità pubblica. Per questi motivi anche ieri il consiglio regionale non sarebbe andato molto lontano. Ma se sulle candidature, ormai i giochi si stanno per concludere, considerando che le liste vanno consegnate nel fine settimana, la partita sulle nomine è ancora tutta aperta. Le une però si legano alle altre. Vuoi per accontentare chi ha dovuto fare un passo indietro per le amministrative, chi aspetta da un anno di essere in qualche modo «risarcito» dalla clamorosa esclusione della lista Pdl di Roma e Provincia o chi deve far quadrare gli equilibri interni a un partito di governo, fatto sta che il clima alla Pisana è sempre più pesante. E quale migliore occasione del piano casa per fare pressione? Le nomine Asl poi tirate fuori a sorpresa dalla Polverini sarebbero state la ciliegina sulla torta. Al punto tale che la governatrice starebbe pensando di sbloccare le famigerate nomine prima del voto del 16 maggio, in modo da sedare gli animi e riportare un entusiasmo «vitale» nella militanza dei partiti. Ergo portare voti. Ecco allora che discutere in aula le 138 nomine (inserite da tempo nell'ordine dei lavori della Pisana) sarebbe un suicidio politico. La strada più rapida e indolore, come ipotizzano in Regione, è quella di un decreto del presidente del Consiglio regionale, in accordo con i soli capigruppo e «portare a casa» almeno queste nomine per Pasqua. Sarebbe un passo decisivo verso una ripresa dell'attività di consiglio certamente meno complicata. E un risultato nelle amministrative di maggio meno preoccupante per l'intera coalizione che da un anno governa la Regione.

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